[embed_video id=47492]Conferenza stampa, questa mattina 29 dicembre, indetta dal Questore Bruno Megale per tracciare un bilancio dell’attività svolta. Presente anche il vicequestore aggiunto Alessandro Milazzo.
“Il potenziamento del controllo del territorio a Caltanissetta sta lentamente aumentando la percezione di sicurezza nei cittadini” ha commentato il Questore. Gli uomini della Polizia, nel 2015, hanno esteso la loro attenzione su vari aspetti che influiscono sulla vita dei cittadini: dai fenomeni di micro criminalità al contrasto delle attività dei clan mafiosi, dall’assunzione e spaccio di stupefacenti alla dispersione scolastica, dai posti di blocco stradale al controllo dell’immigrazione.
L’attività criminale, in generale, è leggermente diminuita negli ultimi mesi (- 374 denunce). Sono stati denunciati meno furti (-78), lesioni (-45) e frodi informatiche (-37) anche se sono aumentati i reati legati agli stupefacenti (+51), soprattutto relativamente allo spaccio (+46).
“Non esistono città a rischio zero e ogni Comune deve offrire il proprio contributo per garantire la sicurezza dei cittadini. I poliziotti non svolgono più soltanto azioni di prevenzione del territorio ma hanno esteso le loro attività anche ad azioni umanitarie e, in servizio, contribuiscono anche a gestire il fenomeno migratorio” ha spiegato il Questore Megale sottolineando come, quello dell’immigrazione è un problema che si è verificato e potenziato nell’ultimo decennio e che Caltanissetta, pur non essendo una città costiera, deve affrontare.
Non esiste, però, un collegamento diretto tra l’aumento degli immigrati in città e quello reati: un connubio, questo, legato principalmente a chi decide di vivere stabilmente in città e non a chi, invece, transita dai centri Cara e Cie a Pian del Lago. “Dalla micro criminalità non sono esenti gli italiani” ha voluto ribadire Megale. Caltanissetta, del resto, non è un centro appetibile per chi dall’Africa arriva nelle coste siciliane e gli immigrati, ottenuti i regolari permessi, cercano di spostarsi nel nord Italia o in Europa.
La ricetta per il 2016, secondo il parere del Questore, è quella di creare una “sicurezza partecipata” coinvolgendo diversi attori pubblici: dagli organi istituzionali a quelli politici e di controllo.
E’ purtroppo possibile che, in situazioni di miseria e degrado, alcuni cittadini non vedano altra via che quella di delinquere ma è proprio in quel caso che è indispensabile intervenire per evitare che la situazione possa degenerare e radicarsi nel territorio.
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