Elio Cirrito, per il Collettivo Letizia di San Cataldo scrive:
Nel 2010 (ben undici anni fa!), dopo anni di attese, speranze, di lavori a volte interrotti per imprevisti che ne hanno messo in dubbio la conclusione, “veniva alla luce”, con l’inaugurazione, il rinato Cine Teatro G. Marconi a San Cataldo. Da allora, questa struttura, che avrebbe dovuto essere il punto di svolta della vita sociale e culturale del paese, è rimasta pressoché inutilizzata o sottoutilizzata. Tutti i tentativi effettuati in questi anni per affidarne la gestione a operatori qualificati sono andati a male. Il danno non è solo materiale (una struttura pubblica costata svariati milioni di euro che non è fruibile), ma soprattutto “ morale”. Il teatro non è un luogo di elite, per pochi intellettuali, artisti, esperti; ma è il luogo dove il popolo /cioè tutta la gente indistintamente), vive momenti di socializzazione ed esperienze (tramite la musica, la prosa, la lirica, il cinema e tutte le altre forme artistiche ammissibili), che comunque ci segnano, lasciano, traccia, ci impongono di rimetterci in discussione, di rompere gli schemi precostituiti, che suscitano nel nostro intimo quel processo che raffinati filologi chiamano “catarsi”, in una parola è un luogo di “umanizzazione” Guai a quei popoli che pensano di snobbare gli artisti di qualunque genere, di confinare in un limbo per iniziati, gli intellettuali che si agitano all’interno di una società, che associano alla parola cultura consumati format televisivi di mnemotecnica, buoni solo a dispensare premi. Poveri noi se ci illudiamo che la ghiotta festa dei “black friday” non ha bisogno dei luoghi della dialettica e delle emozioni impreviste e travolgenti, tanto siamo rassicurati, come un bambino che guarda alla mamma, dal fatto che un pugno di scienziati lavora giorno e notte a Cupertino per tutto quello di cui abbiamo bisogno e vegliano sulle nostre “magnifiche sorti e progressive”. Che cos’è oggi il Cine teatro G.Marconi, un palazzo buio, disabitato, che suscita impressioni spettrali, sa di abbandono, di solitudine, di indifferenza, tutti mali che ci portano su un crinale di egoismo, cinismo, di sapere stereotipato e mutuato dai social, in una parola alla disumanizzazione della nostra convivenza.
Noi del “Collettivo Letizia” siano convinti che i sancataldesi debbano reagire a tutto questo, debbono non chiedere, ma pretendere che si ridia vita a questo luogo. Per far ciò riteniamo che debbano essere battute nuove strade; nuove per noi ma già consolidate in altre città italiane, ivi comprese alcune della Sicilia. Noi riteniamo che la vita, l’attività della struttura vada gestita mediante una apposita “fondazione”, che veda attorno ad un tavolo riuniti un gruppo di sancataldesi disposti a scommettere sul “Marconi”, impegnandosi e lavorando seriamente, con l’unico obiettivo di portare la gente ad assistere e vivere eventi che spaziano dal concerto alla danza, alla prosa etc,. Siamo consapevoli che si tratta di una sfida, ma come tutte le sfide che guardano ad un obiettivo ambizioso, è degna di essere affrontata con impegno e convinzione. Siamo anche consapevoli della delicatezza che la vita amministrativa del Comune sta attraversando, dopo un periodo di “convalescenza”, a causa dello scioglimento degli organi e della dichiarazione del dissesto, che proietta i suoi effetti anche per gli anni a venire. Ma occorre fare uno sforzo in più, bisogna mutuare dalle buone pratiche già sperimentate altrove e calarle nella realtà locale. Noi riteniamo che l’Amministrazione comunale debba coinvolgere nel progetto le migliori energie del paese, naturalmente dove troverà disponibilità, e fare fronte alle iniziali esigenze finanziarie che occorre approntare per mettere su la Fondazione, ricorrendo a risorse interne, sia pure gestite tramite una partecipata; infatti, riteniamo che nel progetto debba essere coinvolta la società a resp. limitata che gestisce la Farmacia comunale, dove il comune ha una quota di maggioranza.
Nel bellissimo foyer, inoltre, possiamo strutturare uno spazio da utilizzare perennemente per incontri di positiva relazionalità fra i giovani, un luogo dove conoscersi, scambiare le opinioni, ascoltare musica, organizzare dibattiti, divertirsi.
L’idea naturalmente va approfondita ed elaborata nei suoi dettagli tecnico-amministrativi, ma noi siamo convinti che questa sia la strada giusta, in quanto ricalcante esperienze precedenti di altre realtà simili in Italia, che possono essere le best practices a cui fare riferimento. Ci auguriamo che l’Amministrazione comunale prenda in seria considerazione questa proposta per la quale il Collettivo Letizia è disponibile a spendere il proprio impegno.