Francesco Agati: La naturale vocazione di Gela città al centro del Mediterraneo, con 27 Km di spiaggia color oro e la seconda piana della Sicilia non può essere marittima, abbiamo la vista ma non abbiamo la visione. Occorrono infrastrutture per Gela, porto, interporto, autostrade, strade, ferrovie, aviosuperficie, “Progetto Gelone”.
La città paga, inevitabilmente, dazio. Le cronache di questi giorni hanno solo ribadito quello che è un andazzo consolidato, non riusciamo a invertire rotta.
L’amministrazione apprendere la notizia dalla stampa di un termovalorizzatore a Gela, così dichiarano falsamente, avevo discusso della questione nel 2016 e parlato di recente con il Sindaco Greco del criminale intendo di ENI, che con l’impianto rifiuti non effettuerà bonifiche, secondo le mie attendibili fondi utilizzerà la ciminiera esistente che non ha provveduto a demolire per realizzare un’opera che farà arrivare centinaia di tir da tutta la Sicilia per una ricaduta occupazionale di 20-30 unità lavorativa, l’impianto lo vuole ENI, e lo ha deciso a Roma, non importa che lungomare, via venezia saranno soprassalti di autocompattatori maleodoranti oltre che la Agrigento-Gela, la Caltanissetta-Gela, la Enna-Gela, come la ferrovia che taglia la città e passa accanto alle civili abitazioni, in alcuni tratti passa a soli sette metri dal primo asse ferroviario, immagino già gli odori molesti all’interno delle abitazioni di Gela. Chi vuole l’opera si prepari all’odore di spazzatura oltre che all’inevitabile inquinamento ambientale.
Anziché andare a chiedere lumi al presidente della Regione, Nello Musumeci, che aveva fatto quella dichiarazione, si è diretto a Palermo per parlare con il Presidente dell’Ars, Gianfranco Micciché. Una vera e propria presa in giro per i gelesi.
Gela con i suoi 69.000 abitanti non conta nulla. La presidenza della Srr nei rifiuti è toccata al sindaco di Butera, quella dell’Ati, nel sistema idrico integrato d’ambito provinciale, è toccata al sindaco di Niscemi. Gela con questi “politici” si conferma ai margini dei tavoli e fuori dalle stanze decisionali.
L’inserimento della portualità gelese nell’ambito dell’autorità portuale della Sicilia occidentale è stata appresa dai gelesi, con in testa il primo cittadino, dagli organi di stampa, i nostri rappresentanti sono sgraditi alle istituzioni, non li vogliono e fanno della città ciò che vogliono.
Una città isolata dal commercio, dai flussi turistici, e dai transitori, ha finito di sperare. L’autostrada Siracusa-Gela i lotti da Gela almeno fino a Comiso, un sogno, la Santo Stefano Camastra – Gela un’utopia, del raddoppio della Catania – Gela una fantasia, il porto una chimera, la ferrovia un’illusione. Gela è morta!.
L’arroganza e l’ignoranza dei politici è palpabile, fanno solo propaganda sui social e pubblicizzano opere che esistono solo nella loro mente. I giornalisti locali sono una delle piaghe della città creano i personaggi a tavolino e cercano di manipolare il giudizio della gente, il risultato è: Gela!.
Causalità o combinazione, è che nei servizi come nelle infrastrutture, questa amministrazione è perennemente in ritardo, viene a conoscenza delle decisioni istituzionali dalla stampa, a cui risponde con ulteriori comunicati a quelli prodotti quotidianamente per far sapere ai gelesi che c’è, ormai i fatti sono sotto gli occhi di tutti, a Gela tutti scappano via a breve resteranno solo impiegati, pensionati e piccoli criminali.
E’ imbarazzante, con liti giornaliere, persino su argomenti e criticità sui quali la convergenza appare scontata, come nel caso della demolizione del pontile sbarcatoio abbandonato da ottant’anni in acqua e dopo il collasso, tutti presenti per salvarlo.
Speriamo che questi politici, e alcuni giornalisti arroganti, corrotti e ignoranti, che non amano la città, che non vogliono la crescita, che non sanno cosa siano le infrastrutture possano finalmente lavorare nell’impianto che approveranno voluto da ENI.