Una reazione corale è arrivata questa mattina, 5 luglio, con un presidio a Naro, in contrada Gibbesi, sui terreni confiscati alla mafia e affidati alla cooperativa “Le terre di Rosario Livatino – Libera terra” dove nei giorni scorsi l’incendio di matrice dolosa ha distrutto dieci ettari coltivati a grano e qualche giorno dopo le fiamme hanno carbonizzato i campi coltivati a lenticchie.
Al turbamento si associa la rabbia nel constatare che, forse, per alcuni la confisca dei beni ai mafiosi e il suo affidamento a cooperative sociali per una gestione all’insegna della legalità, rappresenta qualcosa da vendicare e un ostacolo ai propri interessi. Il cartello sociale della provincia di Agrigento, composto dall’ufficio di Pastorale Sociale della diocesi e dalle segreterie provinciali di CGIL, CISL e UIL, Legacoop Sicilia, coordinamento di Agrigento Palermo e Trapani, e Confcooperative Agrigento hanno voluto manifestare solidarietà ai soci ed ai lavoratori della Cooperativa Rosario Livatino e dire che il percorso di sviluppo nel segno della legalità intrapreso dalla cooperativa e’ fortemente sostenuto da chi combatte, ogni giorno, per una Sicilia dei diritti, solidale e Libera dal gioco mafioso. Cartello sociale, Legacoop e confcooperative continueranno ad essere al fianco della soc coop Livatino nel nome della legalità e contro ogni forma di violenza e prepotenza.
Il sindaco di Naro Maria Grazia Brandara dichiara: “Ho partecipato questa mattina alla manifestazione di solidarietà nei confronti della cooperativa “Libera Terra – Rosario Livatino” insieme alla vice presidente del consiglio Maria Teresa Geraci e l’assessore ai Servizi sociali Valentina Gueli Alletti e il consigliere comunale Lillo Licata per portare la vicinanza della collettività narese a chi da anni, con caparbietà e spirito di sacrificio, lavora per rendere produttivi dei beni confiscati alla mafia. In quella sede ho annunciato che ci stiamo facendo promotori insieme a tutti gli altri sindaci della provincia di promuovere un documento unitario che chieda una modifica delle misure oggi previste a sostegno delle aziende che gestiscono beni confiscati, garantendo ad esempio il pagamento delle spese per le polizze assicurative per il raccolto. Allo stesso modo chiederemo che siano messi a disposizione dei comuni auto, trattori e altri mezzi che possano essere spesi a beneficio delle comunità amministrate. “
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