Di Danila Bonsangue.
“Ho bisogno di qualcuno che senta la mia voce, ho bisogno di dottori, di specialisti. Al mio bambino è stato diagnosticato un edema cerebrale, ma tutti gli altri organi che aveva infettati sono guariti. Aiutatemi. Ho bisogno di sapere come curare mio figlio. Vado avanti, non mi arrendo. Ma da sola non ce la faccio. Cerchiamo un bravo neurologo per Domenico. Chiunque ne conosca uno è pregato di contattare il 3398167713. È il numero del reparto dov’è in cura il piccolo Domenico. Fate girare in tutta Italia. Chiedo un bravo neurologo che venga a Taormina all’ospedale San Vincenzo a salvare mio figlio perché da qui non me lo farebbero trasportare. CENTRALINO OSPEDALE SAN VINCENZO 0942579101. Grazie Ambra Cucina “ Questo l’accorato appello di Ambra Cucina, originaria di Lampedusa ma residente a Catania, mamma di Domenico 4 anni, che lancia sui social.
Ambra oltre a chiedere aiuto denuncia quello che è successo:
«Voglio giustizia per mio figlio e voglio che emerga la verità. Nessun bambino deve passare quello che ha passato lui. Oggi all’ospedale pediatrico di Taormina stanno facendo di tutto per tenerlo in vita, ma al San Marco di Catania gli hanno fatto prendere l’infezione che lo sta uccidendo.”
Domenico, 4 anni, entrato al San Marco di Catania per un disturbo intestinale, in seguito all’applicazione di un sondino avrebbe contratto in ospedale un batterio, l’enterococco, che ha colpito tutti gli organi, dal cuore ai reni. Il piccolo è stato poi trasferito al Policlinico di Catania e da qui ricoverato in fin di vita all’ospedale di Taormina. «Mio figlio – spiega la donna – ha avuto tre arresti cardiaci. I medici sono riusciti a far riprendere tutti gli organi compromessi ma una Tac ha evidenziato un edema cerebrale e i sanitari hanno deciso di fare un esame accurato per capire se è ancora presente una attività. Ma io non lo abbondonerò mai, fino a quando batterà il suo cuoricino non farò staccare la macchina che lo tiene in vita. Mio figlio stava bene quando è stato ricoverato, quell’infezione si prende soprattutto negli ospedali.”
Dall’ospedale San Marco di Catania non hanno voluto rilasciare alcuna dichiarazione sulla vicenda.
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