Caltaqua da qualche mese sta facendo alcuni lavori per modernizzare la conduttura d’acqua ormai fatiscente, bene è da anni che aspettavamo questo lieto evento, ma non sempre i buoni propositi sono svolti come si deve.
Non mi riferisco ai rumori incessanti in orari assurdi (7:30?!?) costringendoci a volte a chiusure ermetiche di porte e finestre (e non vi dico quest’estate come l’abbiamo vissuta…), causa rumore e polveri di vario genere che invadevano le abitazioni, ci sta quando si fanno i lavori per carità, non vorrei passare per la classica nissena “lamentosa”, ma vorrei scrivere su un piccolo concetto di efficienza che ho appreso da poco dell’azienda Caltaqua.
Un giorno uscendo da casa trovo affisso alla mia porta un avviso, dove mi “obbligavano” a fare a mie spese una nicchia dove loro in seguito avrebbero dovuto istallare il contatore, questo in base a un articolo, precisamente 43 della Carta dei Servizi, dove secondo loro tutti i contatori devono essere fuori dall’immobile in modo d’agevolare la lettura agli operatori di Caltaqua. Io, per svariati motivi, non ho potuto fare quest’opera di grandissima necessità per l’azienda, per farla breve un altro giorno bussarono alcuni operai di Caltaqua dicendo che necessariamente dovevano portare il nostro contatore fuori dall’abitazione poiché la nuova conduttura era esterna quindi rischiavamo di non ricevere più la fornitura idrica, morale della favola ho il contatore fuori con tutti i tubi collegati senza nessuna protezione. Mi reco all’ufficio centrale di Caltaqua per chiedere il motivo di questa necessità del contatore esterno, facendo notare che il mio si trovava in cortile e bastava (com’è sempre stato fatto) suonare il campanello e il problema era risolto, l’impiegato saccente con aria di supponenza mi “consigliava “ di leggere meglio il famoso articolo 43 della famosissima Carta dei Servizi, ho chiesto se in caso di atto vandalico il contatore fosse stato rotto di chi era la colpa e che potevo fare, lui sempre con aria di chi nulla lo tange risponde: “ faccia una denuncia e lo sostituiamo”, sono uscita prima che la mia testa rischiava di surriscaldarsi e dire cose di cui poi avrei potuto pentirmene ( forse). Mentre stavo cercando di risolvere la situazione, perché è stato montato male quindi nella nicchia, non potrebbe più entrare, ho visto degli strani lavori nella palazzina difronte casa mia, un operaio Caltaqua stava istallando un contatore all’ingresso della palazzina, ma con una piccola peculiarità il contatore è stato istallato sotto il manto stradale e coperto da un tombino.
Ricapitolando per un tecnico/operaio Caltaqua è più agevolativo alzare un tombino di ghisa piuttosto che suonare un campanello.
Fermo restando che sono contenta che Caltaqua abbia così a cuore la Carta dei Servizi adesso, visto che per 7 anni l’hanno mai nominata, ma pongo questo quesito: Perché deve essere a carico mio il lavoro per agevolare loro e perché non hanno pensato di automatizzare la lettura dei contatori come ha fatto l’Enel.
Cordiali saluti.
Francesca Inserra.
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