E’ una delle truffe più ricorrenti e periodicamente genera vittime, più volte la Polizia di Stato ha diffuso comunicati al fine di mettere in guardia le persone meno attente e in cerca di affari dai facili guadagni.
Un signore di aspetto rassicurante e in genere di mezz’età, ben vestito, si finge uno straniero che per un’urgenza deve raggiungere il paese d’origine ma non ha disponibilità di soldi liquidi per il viaggio.
Ferma una signora per strada e cerca di venderle delle pietre preziose che avrebbero un valore fino a 10mila euro, naturalmente alla signora in questione le venderebbe a molto meno.
Passa un altro signore ben vestito che dice di essere un gioielliere con tanto di lente per controllare le pietre; e subito dopo si offre di comprarle per 5mila euro. Ma lo straniero insiste perché sia la donna a comprarle. E spesso riesce a convincerla facendosi dare una somma inferiore fino a 2mila euro per poi sparire.
Con simili modalità è accaduto ancora una volta a Caltanissetta, ieri mattina intorno alle 10.00, nell’incrocio tra Viale della Regione e Viale Trieste; la cinquantenne è stata affiancata da un uomo, con inflessione spagnola, che gli ha mostrato delle pietre preziose e un anello da vendere, poi è stata affiancata anche dai “compari”: un sedicente esperto di pietre preziose e successivamente da un sedicente gioielliere (i malviventi hanno usato il vero nome di un noto gioielliere nisseno operante da anni in città) e, nelle more che quest’ultimo si procurasse la somma per acquistare le pietre preziose, la donna si è offerta di anticiparla per lui, liberando così lo “spagnolo”.
Si è quindi recata a casa per prendere i 2mila euro e, una volta fatto ritorno in Via Trieste, ha consegnato la somma di denaro al generoso venditore il quale gli ha dato un cartoncino, dicendole che si trattava del certificato di garanzia del quale la donna avrebbe dovuto fare un fotocopia, ma questa volta al suo ritorno la donna non ha trovato ne il rivenditore, ne l’esperto di pietre preziose, ne tantomeno il finto gioielliere, che nel frattempo approfittando dell’espediente della fotocopia, si erano dileguati con i soldi.
Solo in quel momento la donna ha realizzato si potesse trattare di una truffa in suo danno, recandosi presso l’ufficio relazioni con il pubblico della Questura per denunciare l’accaduto.
Indagini in corso.