Una banda specializzata in rapine, alcune portate a compimento con il sequestro delle vittime per costringerle a consegnare i loro averi e i cui colpi messi a segno hanno permesso loro di trafugare denaro e beni per oltre un milione e mezzo di euro, è stata sgominata in queste ore dai Carabinieri nel trapanese.
Cinque misure cautelari, 3 persone finite in carcere, un’altra ai domiciliari e per la quinta l’applicazione dell’obbligo di dimora, sono il risultato di una indagine che alle prime ore di oggi hanno visto, i Carabinieri del Nucleo Investigativo di Trapani e della Compagnia di Alcamo, coadiuvati dallo Squadrone Carabinieri Eliportato Cacciatori di Sicilia, condurre una blitz per dare esecuzione all’ordinanza di custodia cautelare emessa dal Gip del Tribunale di Trapani, giudice Samuele Corso, su richiesta della Procura della Repubblica. A coordinare le indagini sviluppate dai Carabinieri sono stati i sosituti procuratori Sara Morri, Rosanna Penna e Francesca Urbani. Gli arrestati sono accusati di associazione per delinquere finalizzata alla commissione di rapine con sequestri di persona e furti in danno di bancomat. L’indagine è stata condotta dai Carabinieri del Nucleo Investigativo di Trapani, d’intesa con il Nucleo Operativo della Compagnia di Alcamo, per far fronte alla serie di furti di bancomat e rapine in villa, anche cruente per il sequestro delle vittime, così da costringerle a sottomettersi alla banda. Fatti che avevano destato un rilevante allarme sociale nel trapanese. L’analisi del modus operandidei reati, intercettazioni ambientali e telefoniche, ha condotto i Carabinieri a scoprire i componenti della banda che si sono resi responsabili di 4 furti in danno di altrettanti sportelli ATM e di 3 efferate rapine in abitazione con sequestro di persona (di cui una tentata), avvenute a Custonaci, Erice Casa Santa e nella frazione trapanese di Contrada Rilievo. Durante una delle rapine i banditi si sono appropriati anche di una pistola calibro 38.
Dall’ascolto delle intercettazioni, i Carabinieri hanno appreso come il gruppo, stabilmente organizzato, fosse dedito alla programmazione a lungo termine dei delitti da compiere: i colpi erano studiati nei minimi particolari effettuando numerosi sopralluoghi, pedinamenti delle vittime, nonché l’utilizzo di modernissime apparecchiature elettroniche (posizionando telecamere sugli obiettivi designati e finanche GPS sui veicoli delle vittime). Per asportare il contenuto dei bancomat di uffici postali e banche praticavano dei fori sulle pareti di edifici adiacenti e tagliavano l’ATM con un FLEX. Gli arrestati sonoi stati ascoltati a discutere giornalmente di nuovi obiettivi e di come compiere le loro azioni delittuose. Oltre ai cinque raggiunti dal provvedimento cautelare vi sono altri otto indagati. Una delle persone finite sotto inchiesta è uscita dall’inchiesta perché nel frattempo deceduta.
La misura cautelare in carcere è stata disposta per Pio Cappelli, 45 anni, Pietro Tranchida, 35 anni, Baldassare Grassa, 52 anni. Arresti domiciliari per Giuseppe Culcasi, 37 anni. Obbligo di dimora per Antonino La Russa, 43 anni.