( Intervista a Totó Cuffaro, ex Presidente Regione Sicilia)
Totò Cuffaro che torna in politica?
Totò Cuffaro non può tornare in politica come protagonista perché interdetto dai pubblici uffici ed io rispetto la sentenza che mi ha condannato come è giusto che si rispettino tutte le sentenze. Ma se anche potessi non mi candiderei mai più. Capisco quando pesante sia il fardello che la sentenza mi ha messo sulle spalle e credo sia giusto e rispettoso che io non abbia più a chiedere ai siciliani di votarmi.
Ma Lei ritiene di essere innocente?
Questo appartiene alla mia coscienza e alla coscienza delle persone che mi conoscono. Dico che il rispetto della sentenza è vero e sincero quando questa ti graffia le carni e tu la rispetti. Il rispetto vero lo si dimostra quando la giustizia mette alla prova e là si rispetta. È facile credere nella giustizia quando graffia le carni degli altri come fanno certi moralisti e quando poi colpisce loro poi ne parlano male, allora quello non è vero rispetto. Io, invece, ho rispetto ostinato per la giustizia ed ho fiducia per la giustizia nonostante abbia pagato un prezzo per i tanti errori che ho commesso. So in cuor mio quali sono le mie responsabilità e ne faccio ammenda, so di avere sbagliato, ho affrontato la pena come è giusto che la affronti un cittadino delle istituzioni quale ero io, e credo di aver fatto 1758 giorni di carcere cn spirito di rieducazione e risocializzazione. Ho pagato e credo di essere tornato una persona che ha diritto di ritornare alla vita sociale e pubblica. Victor Hugo diceva: “Detenuti si rimane per tutta la vita” e, secondo me, noi dobbiamo cambiarlo in “Detenuti si rimane il tempo in cui si è in carcere”. Come del resto anche il nostro Presidente della Repubblica ha dichiarato ultimamente sostenendo che: “Chi ha sbagliato ed ha pagato il suo prezzo alla giustizia deve avere diritto di tornare ad una vita sociale”.
Il Primo amore è la Balena Bianca che si sta provando a fare rinascere. Cosa ne pensa?
Il primo amore di sempre! Io sono nato con la Democrazia Cristiana, ho vissuto da democristiano ed è un sogno. Agli uomini si può togliere di tutto, ma non si possono togliere i sogni! Perché i sogni sono legati all’identità e alla dignità della persona, ritengo che una persona che non ha la capacità di sognare rischia di perdere la propria identità e la sua dignità. Io continuo a coltivare un sogno ed è quello della mia passione politica di rivedere un partito di valori quale è la Democrazia Cristiana tornare sulla scena politica. Da troppo tempo in Italia non si vota più per scelta ideologica, perché i partiti ideologici sono scomparsi dalla scheda elettorale, perché si vota per protesta, per business o per interesse, noi vogliamo riportare un voto che sia ideologico e di valori. Vogliamo formare una nuova classe dirigente e non vogliamo gente che abbia problemi con la giustizia. Cerco di fare passare sempre un messaggio ai giovani, ossia quello di fare l’opposto di ciò che ho fatto io, di non sbagliare, di non fare errori, di rimanere sulla retta via, metteteci passione e coraggio, ma soprattutto metteteci tanto rigore morale.
Totò Cuffaro che partecipa ad un premio contro la mafia come a quello tenutosi i giorni scorsi a Partinico. Come mai?
Io ho urlato contro la mafia già quando ero Presidente della Regione, feci stampare pure i manifesti che la mafia mi fa schifo, ho gridato, ho urlato, questo lo dico con grande forza ancora oggi:la mafia mi fa schifo! perché la mafia è purtroppo un male terribile che fa pagare ai siciliani un prezzo altissimo dal punto di vista etico e soprattutto dal punto di vista dello sviluppo del tessuto economico. Sono andato lì in maniera modesta a testimoniare i miei errori e soprattutto a testimoniare ai giovani di stare lontani da questo male terribile che è la mafia, devono stare vicini alla gente che ha il coraggio di parlare male della mafia e di operare. Non basta solamente parlare, perché gente che parla contro la mafia ne conosco tanta e non sempre opera bene. In passato mi sono sentito fare la morale da illustri personaggi che ne parlavano male ed oggi scopro essere di gran lunga peggiori di me. Sono stato a Partinico dalla mia amica Silvana Grasso, alla quale le è stato conferito il prestigioso premio “INKO – Una Donna contro le mafie”, Donna Siciliana di spessore e coraggio che conosco da sempre, sono andato per portarle il mio affetto, la mia stima e la mia solidarietà e nel dirle che la mafia mi fa schifo; so che qualcuno ha detto: “Cuffaro che è venuto a fare”, ma io sono oggi un cittadino che ha pagato il suo prezzo e viene a testimoniare quanto sia importante oggi stare contro la mafia.
Lei ha rimpianti?
Io rimpiango l’aver dedicato poco tempo alla mia famiglia. Rimpiango il tempo che non ho trascorso con mio padre. Lo rimpiango perché poi la vita mi ha fatto pagare il grande prezzo di non potere partecipare al suo funerale, perché in carcere non mi hanno permesso di partecipare all’ultimo saluto a mio padre. Rimpiango di non essere stato più tempo con mia moglie e i miei figli e tutto questo lo vivo come un rimorso. Rimorso maturato, soprattutto, quando ero in carcere, perché lì ho compreso quanto certi valori fossero importanti e che non vanno assolutamente sacrificati e non andavano assolutamente messi secondi a nulla. Io ho messo per troppo tempo la politica davanti a questi importantissimi valori della famiglia e questo lo rimpiango oggi. Se potessi tornare indietro di certo tornerei con la passione per la politica, ma metterei sicuramente in ordine la piramide dei valori posizionando prima di tutto la mia famiglia.