La notte tra il 25 e il 26 marzo, precisamente alle ore 2:00 di domenica, si dovranno spostare avanti le lancette di 60 minuti. Si dormirà dunque un’ora in meno, ma si avrà più luce la sera. L’obiettivo è quello di produrre un risparmio energetico dovuto al minore utilizzo dell’illuminazione elettrica. L’ora legale non può ovviamente aumentare le ore di luce disponibili, ma solo indurre ad un maggior sfruttamento delle ore di luce che sono solitamente “sprecate” a causa delle abitudini di orario.
L’ora legale durerà fino a domenica 29 ottobre 2023, quando rientrerà in vigore l’ora solare.
I RISPARMI – La Società Italiana di Medicina Ambientale (Sima) insieme a Consumerismo No Profit si è fatta promotrice di una petizione online per mantenere l’ora legale tutto l’anno, raccogliendo oltre 280mila firme. In base alle stime di Sima, solo nel 2023 l’adozione dell’ora legale permanente produrrebbe nel nostro Paese, sulla base delle attuali tariffe elettriche, risparmi diretti in bolletta per 382 milioni di euro grazie a minori consumi di energia, per circa 720 milioni di kwh. Il risparmio potrebbe salirebbe ulteriormente nel corso dell’anno se le tariffe elettriche dovessero subire incrementi. A tutto ciò si aggiungerebbe un massiccio taglio alle emissioni pari a 200.000 tonnellate di CO2 in meno, equivalenti a quella assorbita piantando dai 2 ai 6 milioni di nuovi alberi, con benefici per la salute umana e planetaria.