Rischio radicalizzazione e terrorismo nel territorio siciliano, nel nisseno e nell’ennese. “Sono emersi processi di radicalizzazione di alcuni soggetti nei centri per immigrati e, attraverso monitoraggi della Polizia postale, sono state trovate sul web tracce di questi processi. Vi sono indagini in corso e non posso dire altro”. Così il procuratore generale di Caltanissetta, Sergio Lari, in un’intervista al Giornale di Sicilia
Parole rilanciate dall’agenzia Ansa che hanno fatto il giro delle principali testate giornalistiche in poche ore. Secondo il magistrato, l’allarme terrorismo “è concreto”. “Il Nisseno è un territorio delicato, ma parlo anche di Enna. Vi è la presenza di numerosi centri di accoglienza e di uno dei pochi Cie che accoglie soggetti scarcerati. In un caso si è arrivati a un’ordinanza di custodia cautelare nei confronti di un pakistano che ci risulta aver fatto parte di un’organizzazione terroristica sunnita”. Il riferimento è all’arresto avvenuto a ottobre 2015 del cittadino pakistano Muhammad Bilal, 25 anni per apologia del terrorismo. Secondo gli inquirenti farebbe parte di un’organizzazione terroristica anticristiana e antisciita. Su facebook aveva diffuso numerose immagini inneggianti alla jihad e alla violenza, ma anche nel centro d’accoglienza “Città del sole” di Piazza Armerina aveva dato segnali di radicalizzazione.
Così il procuratore generale Lari è tornato sull’allarme lanciato durante l’inaugurazione dell’anno giudiziario, quando aveva fatto notare come dal Cie di Caltanissetta era transitato Anis Amri, il tunisino attentatore della strage di Berlino. E negli ultimi mesi, proprio dal Cie nisseno, sono transitati tutti i soggetti espulsi dall’Italia per il rischio di radicalizzazione.