I diecimila euro al mese che incassava da tre anni non gli bastavano più. Dopo aver portato a termine il suo ultimo capolavoro, l’affidamento all’Ati “La casa della solidarietà” di quell’appalto unico da cento milioni di euro per la gestione del Cara di Mineo che puzzava lontano un miglio ma di cui nessuno prima del presidente dell’Anticorruzione Raffaele Cantone si era accorto, Luca Odevaine, aveva preteso il raddoppio delle sue competenze: ben ventimila euro al mese. “Intanto su Mineo da 10 siamo passati a 20. .. perché insomma le presenze sono raddoppiate per cui. ..raddoppiamo pure l’importo”. Arrestato a novembre, Luca Odevaine,l’ineffabile grand commis del business dei migranti che sedeva contemporaneamente ai tavoli del Viminale e a quelli del boss Massimo Carminati, ha cominciato a fare qualche ammissione ai pm romani di “Mafia capitale” e i suoi verbali sono confluiti nell’inchiesta della procura di Catania che ieri, contemporaneamente al blitz dei Ros che hanno fatto scattare altri 44 arresti in tutta Italia, ha fatto notificare sei avvisi di garanzia e scattare le perquisizioni. Turbativa d’asta il reato contestato, oltre che a Odevaine, al sottosegretario all’Agricoltura Giuseppe Castiglione (nella sua veste di ex soggetto attuatore della prima gara), al sindaco di Mineo Anna Aloisi, al direttore generale del centro Giovanni Ferrera, al presidente del Consorzio Sol Calatino Paolo Ragusa, al sindaco di Vizzini nonché presidente dell’Assemblea dei sindaci Marco Sinatra. Dalla sede della Provincia di Catania al comune di Mineo alle abitazioni degli indagati, i carabinieri del Ros, guidati dal pm Raffaella Vinciguerra, hanno portato via pc e una montagna di carte per cercare riscontri all’ipotesi che tutti gli appalti per la gestione del Cara, dal primo del 2011, poi prorogato, fino alla nuova gara di aprile 2014 sono stati truccati “prevedendo — come si legge nell’avviso di garanzia — condizioni di gara idonee a condizionare la scelta del contraente”. Per l’ultima gara, le “condizioni idonee” per tagliare fuori gli altri concorrenti erano state individuate in una “cucina entro i 30 km dal centro”. Così Odevaine rassicura i vertici de La Cascina. “Questa settimana chiudiamo il bando…poi tornerò per la Commissione per aggiudicarla, però diciamo che è abbastanza blindato insomma, sarà difficile che se lo possa aggiudicare qualcun altro (i due ridono), vabbè, è quasi impossibile… per cui continueranno a gestirlo quelli che lo gestiscono adesso, mi pare più corretto”. E “quelli che lo gestiscono adesso” sono quelli che lo hanno gestito sin dall’inizio: dietro la “Casa della solidarietà” ci sono appunto la Cascina, la Senis Hospes, il consorzio Sol Calatino, la Pizzarotti ( proprietaria del residence degli Aranci), il comitato provinciale della Croce Rossa, il consorzio Sisifo, aggiudicatario della prima gara bandita da Giuseppe Castiglione. Ed è proprio con Castiglione il primo impatto con la Sicilia di Luca Odevaine: “Quando il prefetto Gabrielli mi chiese di andar giù a Mineo, cominciai a fare un ragionamento con Giuseppe Castiglione… perché mi sembrava che non si potesse gestire tutta quella roba solo con i locali”. Odevaine parla di un “percorso concordato” con Castiglione e aggiunge: “Per cui alla fine lui capisce. .. gli dico: “Noi dobbiamo creare un gruppo, poi facciamo la gara, però certo favoriamo le condizioni per cui ci sia un gruppo forte che sta roba qua vince” per cui gli presento questi dell’Arciconfraternita a Roma. .. e poi è nato questo, peraltro è nato e si è sviluppato poi per altri aspetti, perché Castiglione si è avvicinato molto a Comunione e Liberazione, insieme ad Alfano e adesso Comunione e Liberazione di fatto sostiene strutturalmente tutta questa roba di Alfano e del Centro Destra e Castiglione è il loro principale referente in Sicilia, cioè quello che poi gli porta i voti”. Andato via Castiglione, Odevaine ha subito trovato nuovi “referenti” nei sindaci entrati a far parte del Consorzio. “Castiglione se n’è andato e io mi sono inventato questo Consorzio di Comuni, i quali all’inizio non volevano il Centro…adesso se provi a levarglielo. .. te ammazzano. .. perché, sò soldi per loro, 350 persone ci lavorano”. Nel mirino dei pm c’è tutto il sistema accoglienza. L’indagine a carico di Castiglione e degli altri indagati va avanti da sei mesi. Ma che sul Cara di Mineo ci fosse l’ombra delle tangenti è una ipotesi alla quale gli investigatori lavorano da tempo. “Si ripete la stessa storia di sei mesi fa, apprendo dalla stampa di essere indagato ma io non ne so nulla. Tutta questa vicenda è semplicemente assurda”, dice sottosegretario Giuseppe Castiglione commentando la notizia sull’indagine. “Già sei mesi fa quando venne pubblicata la notizia sull’inchiesta a mio carico caddi dalle nuvole – dice – ora ci risiamo. Ma di cosa stiamo parlando poi?”. E sulla gara d’appalto per Mineo dice: “Feci una gara in piena emergenza”. Su Luca Odevaine: “Quando l’ex ministro Maroni mi chiamò per l’emergenza immigrati chiamai Odevaine. In quel momento era il direttore della Polizia provinciale in carica a Roma, una persona autorevole, cosa avrei dovuto fare?”.
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