“A Gela c’e’ una illegalita’ diffusa in tutti gli strati sociali, c’e’ quasi una sfida allo Stato. E’ uno sfregio compiaciuto alle istituzioni”. Lo ha detto il procuratore, Fernando Asaro, durante la conferenza stampa dopo gli undici arresti per rissa e tentato omicidio. Nove i provvedimenti convalidati. A Paolo Quinto Di Giacomo, accusato di tentato omicidio, “e’ stata riconosciuta l’aggravante della premeditazione perche’ e’ uscito da casa armato”, ha detto il sostituto procuratore Mario Calabrese che ha coordinato le indagini dei carabinieri. Durante la conferenza stampa il procuratore Asaro ha evidenziato che “alcuni eventi avvengono solo in questa terra. In questa comunita’ c’e’ disaffezione nei confronti delle istituzioni. C’e’ mancanza di senso civico, inosservanza delle regole di convivenza sociale, mancato rispetto delle regole in ogni articolazione”. Il tentato omicidio del licatese e’ stato “una sfida allo Stato”. Sia il comandante provinciale dei carabinieri Baldassarre Daidone sia il comandante del Reparto territoriale di Gela Ivan Boracchia, hanno elogiato il carabiniere che ha fermato la mano di Di Giacomo. “Ha messo a repentaglio la sua vita e quella delle persone che erano li’ in quel momento”, ha detto il colonnello Daidone. Mentre il tenente colonnello Boracchia ha evidenziato che “nessuno ha ringraziato il carabiniere intervenuto. E’ stato colpito anche con un bastone durante le fasi dell’arresto. Nessun ringraziamento ma insulti da parte dei parenti”.
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