Sta per iniziare il grande esodo per una cattedra: in Sicilia 15 mila con la valigia pronta. Sono i docenti precari di tutta la Sicilia che in vista del piano straordinario di assunzioni previsto dalla riforma della scuola voluta dal governo Renzi fanno i conti con numerosi punti interrogativi. Per quasi 20mila docenti precari siciliani questi sono giorni cruciali. Entro il 14 agosto dovranno scegliere se presentare la domanda per le fasi “B” (posti su base nazionale rimasti disponibili dopo la fase “A”) e “C” (posti di potenziamento distribuiti su tutto il territorio nazionale) che prevedono l’immissione in ruolo in una delle 100 province italiane o se rinunciare a questa carta e puntare al solito incarico da precario nella loro città per non rischiare un trasferimento. Soltanto nella provincia di Palermo si contano circa 5mila precari, in quella di Catania oltre 4mila, a Messina quasi 2mila, a Siracusa circa 1400. Poco più di 6mila precari potranno puntare a un posto in Sicilia fra quelli delle graduatorie a esaurimento e i vincitori del concorso 2012, gli altri che aspirano all’immissione in ruolo dovranno andare via dall’Isola. Ma i docenti siciliani non si arrendono. Ieri, una delegazione del “Comitato per il boicottaggio docenti Gae” ha ottenuto un incontro con il sottosegretario all’Istruzione Davide Faraone e con il suo ufficio tecnico. Fra i punti più importanti: la richiesta di anticipare la convocazione degli incarichi annuali prima delle fasi “B” e “C”, in modo da poter garantire ai docenti siciliani un anno di prova nella propria terra prima del trasferimento altrove, poi la possibilità di scegliere cinque province su 100 e di inserire i posti in deroga già nella fase “A” così da avere più possibilità di rimanere in Sicilia. Lo staff tecnico ha accolto le proposte e si è mostrato disponibile a continuare la contrattazione in un tavolo con i sindacati. Intanto, però, pare che la richiesta di anticipare la convocazione degli incarichi annuali prima delle fasi “B” e “C” sia stata accolta. E mentre gli avvocati iniziano a preparare i ricorsi nei Comuni arrivano i moduli per poter firmare e chiedere il referendum abrogativo. Caltanissetta non fa eccezione e all’Ufficio Relazioni con il pubblico (U.R.P. – portone accanto all’entrata principale di palazzo del Carmine) dal lunedì al venerdì dalle 9:00 alle 12:00 è possibile andare a firmare la petizione. Servono 500 mila firme di cittadini italiani affinché la Corte di Cassazione valuti la possibilità di abrogare la legge (valgono solo i fogli al comune e non le petizioni via mail). Non serve essere insegnanti, avere un determinato credo religioso o essere genitori per decidere di firmare la petizione: la questione, infatti, riguarda a 360 gradi tutti gli italiani e l’educazione culturale delle generazioni future. La scelta di recarsi all’Urp del proprio comune per firmare deve spingere chiunque sia contrario anche a uno solo degli articoli indicati dalla legge.
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