Con il Dl 18/2020 il Governo nazionale ha previsto per gli Enti locali, e quindi anche per i Comuni, in relazione all’anno 2020, la possibilità di accedere alla rinegoziazione dei mutui contratti con la Cassa Depositi e Prestiti.
Riteniamo molto utile la previsione di tale strumento, poiché permettendo di spalmare su un maggiore arco temporale il rientro dai mutui contratti consente ai Comuni di liberare importanti risorse da destinare a quelle necessità impellenti legate alle inevitabili ripercussioni economiche e sociali, derivanti dalla crisi sanitaria legata al COVID-19.
Non condividiamo l’esclusione dall’utilizzo di tale strumento prevista per i comuni che non abbiano provveduto ad approvare il bilancio di previsione per l’anno 2020 (stante il rinvio disposto per tale approvazione al 31 luglio), né tanto meno l’esclusione dei Comuni (come il nostro), che trovandosi nella situazione di dissesto finanziario, non abbiano completato la procedura di adozione del bilancio riequilibrato.
Con riferimento a quest’ultimo aspetto, che ci tocca direttamente, evidenziamo come il Comune di San Cataldo, ad opera della Commissione straordinaria, abbia già approvato il documento economico finanziario richiesto, che prevede il rientro dal consistente dissesto finanziario, ammontante a complessivi € 5.137.747,25, così come si desume dallo stesso bilancio riequilibrato, entro il 2022, e come, per l’ultimazione della relativa procedura di attuazione, si sia solo in attesa dell’esito positivo da parte del Ministero dell’Economia e delle Finanze. Esito per il rilascio del quale, è bene evidenziare, non è previsto alcun specifico termine.
Riteniamo pertanto illogiche, oltre che ingiustamente penalizzanti, le esclusioni operate e a tal fine, con lettera indirizzata al Presidente del Consiglio dei Ministri, al Ministro dell’Economia e delle Finanze, al Ministro per il Sud e la Coesione territoriale ed al Presidente Cassa Depositi e Prestiti, abbiamo chiesto di valutare la possibilità di estendere la rinegoziazione dei mutui agli enti in dissesto, senza la condizione dell’avvenuta ultimazione della procedura di approvazione del bilancio riequilibrato da parte del Ministro competente, e agli enti che non abbiano ancora approvato il bilancio di previsione.
Il Tavolo di Confronto Permanente Propositivo