(Di Danila Bonsangue)
Da una delle 70 commedie di Rocco Chinnici di Belmonte Mezzagno( Palermo) messe in scena nello storico teatro Politeama di Palermo, tra l’altro una delle due premiate con medaglia dalla Presidenza della Repubblica (allora Giorgio Napolitano), è in lavorazione a San Cataldo un film realizzato da bravissimi attori teatrali e con la Regia di Michele Falzone, estroso Attore-Regista di San Cataldo dalle indescrivibili capacità creative. Una bravissima squadra che raggiungerà ambiti traguardi. La commedia in questione, della quale non si può svelare il titolo a causa di future partecipazioni a concorsi vari, è una storia campestre ricca di grande magia e valori della famiglia, e anche intrisa di infinita saggezza. Il Primo tempo del film è stato già girato ed è stato realizzato in una campagna con forno antico e cucina antica. Il secondo tempo a breve verrà girato a Borgo Santa Rita a Caltanissetta. Il regista Michele Falzone intende far rivivere il borgo attraverso il film. Gli abitanti del Borgo hanno messo a disposizione tutto ciò che può servire per realizzare al meglio il film che verrà girato dentro un Baglio con “La casa del padrone” dove c’è anche un micro museo e dentro un’altra casetta. Il Film è ambientato negli anni 40-50 e gli abitanti del Borgo Santa Rita sono felici di rivivere i momenti del loro passato, partecipando come comparse insieme ai figli e ai nipoti. Tutto il Borgo verrà animato! Michele Falzone intende coinvolgere anche qualche scuola. “La presenza nelle riprese dei miei figli mi rende felice. È un modo per togliere loro il cellulare dalle mani e per far scoprire il tempo passato, anche perché il film tocca diverse tematiche sociali”-Dichiara Falzone che racconta-“ L’idea nasce durante un periodo di sconforto, mia moglie ha subito diversi interventi e abbiamo passato molte ore dietro sale operatorie e sale d’aspetto. Durante l’attesa ho deciso di godermi la vita e passarmi qualche piacere e ho deciso di realizzare il mio sogno producendo un film. È la prima esperienza perché mi sono sempre occupato solo di Teatro. Devo dire grazie al mio cast, dagli attori a chi realizza le musiche, tutte persone di San Cataldo e parecchi amici che fanno parte della mia infanzia. Presto divulgherò i loro nomi e soprattutto altre indiscrezioni sul film”.
A Michele Falzone e a tutto il cast vanno i complimenti più sinceri da parte della redazione di Giornale Nisseno che seguirà l’evolversi del film realizzando anche delle video interviste ma adesso ci sembra giusto parlare anche dell’autore della Commedia che sta diventando un film!
Chi è Ricco Chinnici? È lui stesso a raccontarsi:
“Sono nato il 2 settembre del 1947 a Belmonte Mezzagno, un paesino, disteso in una vallata, circondato dai monti che sovrastano Palermo. E’ il mio vissuto, fra strade e vanèddi, in mezzo alla gente semplice e povera d’allora, che di averi possedeva solo i giorni, lunghi giorni di fame e tanta sofferenza; ma giorni ricchi di valori esistenziali, che mi hanno donato quell’umile arte di poter esprimere, quanto di bello la vita ci dona e tramandare ai posteri, attraverso la poesia, la narrativa, il teatro, quelle dolci speranze di meravigliosi domani, senza arrancare tra fati e destini, facili prede di una ignoranza che stenta a morire. Questa mia attività letteraria, se così si può dire, forte di avvenimenti sopra narrati, comincia in piena età giovanile con la stesura di numerose poesie scritte in lingua italiana e in dialetto siciliano. Si tratta di componimenti in cui le numerose immagini idilliache e le metafore si intrecciano con un forte impegno di carattere sociale, argomento centrale che li accomuna pur nella infinita diversità dei temi. Questi componimenti hanno riscosso il dovuto successo se si tiene conto dei numerosi riconoscimenti tributati in occasione di varie manifestazioni culturali tenutesi in diverse zone d’Italia: Vittoria (RG), Carini (PA), Pescara, Terni e così per tanti altri paesi. Diversi i libri pubblicati, e a breve un libro di racconti. Accanto a questa venatura poetica, spicca il talento teatrale che mi ha permesso non solo di comporre una trentina di opere (tra cui commedie e drammi) ma di essere anche il regista che ha permesso l’effettiva realizzazione di alcune di esse. Sono tanti i teatri che mi invitano a vedere le mie opere, e, se devo essere sincero, sono molto contento nell’accogliere gli inviti, ma dispiaciuto nel non poterli esaudire tutti. Ho vinto, come Direttore Artistico, sei migliori Presepe Viventi d’Italia e uno Migliore d’Europa 2018/19 a Belmonte Mezzagno, giusto quest’anno parteciperò col comune di Corleone (PA). Ho vinto per due anni consecutivi il Concorso Nazionale “TORNEO APPALUSI” CON MEDAGLIA DEL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA.
Ho ricevuto diverse Cittadinanze Onorarie di diversi comuni d’Italia: Malvagna (ME), Sant’Andrea Apostolo dello Ionio (CZ), Macchia di Spezzano (CS)…
Lungo quel mio peregrinare ho incontrato tantissima gente, di spettacolo; tra cui Accursio Di Leo, grande Maestro di teatro (sono stato suo allievo per circa 15 anni) che tanto ha fatto maturare in me l’arte della teatralità; da ragazzo ho avuto l’onore di cenare al Circolo Ufficiali di Palermo con il poeta Salvatore Quasimodo ed il Maestro Michele Lizzi, grande compositore ed amico, che chiudevano in quel periodo, ricordo, la composizione di: “L’amore per Galatea”.
Ho conosciuto il Magistrato Rocco Chinnici, innamorato delle mie liriche che erano pubblicate sul Giornale di Sicilia. In uno di quei giorni che ci vedemmo mi raccontò l’origine del nostro casato… dei Chinnici per l’appunto. “ Devi sapere ” mi diceva – “ sbarcarono, provenienti dalla lontana Inghilterra, un gruppo di gente; non si seppe con certezza se questi venivano per commercio o per altro. Dopo tanto vagare “ – continuava a raccontare orgoglioso d’essere riuscito a risalire al proprio casato; – “ arrivarono a Sommatino (un paesino dell’entroterra fra Riesi e Canicattì). Non sapevano in paese il perché della loro venuta, il motivo insomma che li spinse a Sommatino. Erano tempi in cui la Sicilia era invasa da popoli diversi; di certo, gli abitanti del paese, capirono che l’intenzione dei nuovi arrivati era quella di rimanere a Sommatino. Il tempo passava; al Comune decisero che dovevano regolarizzare anagraficamente i nuovi ospiti, e come? Con quale nome, se nemmeno li conoscevano?
E intanto che si pensava il da fare e quale nome loro assegnare, il Sindaco di quel tempo ebbe un’idea geniale, disse: <<li chiameremo Chìnnici!>> Erano quindici, infatti, nel gruppo; ed è così che ancora oggi difatti si pronunzia, là, in quel paesino, il numero 15.
Tanti personaggi ho ancora conosciuto e tutti in me hanno lasciato un indelebile segno.
Devo dire grazie a tutte queste conoscenze ed esperienze di vita, e l’aver lavorato con i disabili ed i bambini del paese.
Ancora oggi, continuo ad essere impegnato in questa attività letteraria che mi ha permesso di ricevere grandi meriti che mi onorano e che mi permettono sempre più di scrivere: opere teatrali, poesie, racconti e questa mia umile biografia che tanto mi auguro possa entrare nel cuore di tutti i lettori.”