I vertici nazionali dei dem al momento puntano dritto su un solo nome che possa mettere tutti d’accordo: il presidente del Senato Pietro Grasso. Soluzione gradita in via del Nazareno da Matteo Renzi e dal presidente dei dem Matteo Orfini, che nei prossimi giorni manderanno le prime ambasciate a Palazzo Madama, prima di un incontro formale con il presidente del Senato. Da Roma assicurano che «Grasso è il nome» sul quale si punta per trovare la soluzione ideale ed evitare le faide interne ai dem siciliani che scalpitano per le primarie. Ieri è tornato a invocarle il sottosegretario renziano Davide Faraone, che le vuole proprio il 9 luglio, data fissata dai grillini per il loro evento: «Noi andremo ai gazebo, loro rimarranno dietro un computer per qualche clic», ha detto Faraone.
Il sottosegretario chiede con forza le primarie, come dietro le quinte le chiedono Giuseppe Lupo e Antonello Cracolici. I tre da tempo pressano il segretario regionale Fausto Raciti che ieri, dopo l’ennesimo comunicato di Faraone, ha messo le mani avanti frenando i dem siciliani: «Rimango dall’idea
che debbano essere investiti della “questione Sicilia” il segretario nazionale Renzi e tutto il partito a Roma per capire se si può arrivare a un quadro di alleanze condiviso e individuare soluzioni comuni per la scelta del candidato — dice Raciti — io non ho nulla contro le primarie, anzi, ma senza un raccordo con la segreteria nazionale non possiamo farle da soli».