E’ stata estesa l’area di intervento e delle ricerche dei due ultimi dispersi, padre e figlio, Calogero e Giuseppe Carmina, tra le macerie di Ravanusa. Lo confermano i vigili del fuoco in azione da sabato sera, quando, intorno alle 21, una esplosione ha seminato morte e devastazione.
Sette i corpi estratti, gli ultimi quattro individuati ieri poco dopo le 6.30, dopo la segnalazione di Luna, il labrador di sei anni, unita’ cinofila del reparto dei vigili del fuoco di Palermo. Tra loro la trentenne infermiera Selene Pagliarello – “la figlia di tutti” – al nono mese di gravidanza: con il marito 35enne Giuseppe, attendeva il piccolo Samuele che sarebbe nato una settimana dopo; i loro corpi erano insieme ai genitori di lui – nell’appartamento del terzopiano – che erano andati a trovare e 5 minuti dopo sarebbero scesi per mangiare una pizza con gli amici. I corpi dei due dispersi non si troverebbero dove era la loro abitazione.
E’ stata dunque allargata la zona di azione, con squadre e ruspe in azione oltre le vie Trilussa e Galilei, ‘epicentro’ del violentissimo scoppio provocato secondo l’ipotesi seguita, da un accumulo sotterraneo di gas.
“C’era puzza di gas ovunque, ma nessuno ha controllato”. I sopravvissuti dell’esplosione di Ravanusa denunciano nel tempo diverse e presunte perdite di gas. L’inchiesta sulla strage di Ravanusa mira a fare luce sulle cause della fortissima e violentissima deflagrazione. Nel mirino le verifiche carenti sulla rete, in una zona “ritenuta” ad alto rischio di perdite di metano. “Gli ultimi controlli sulla rete del gas erano stati fatti di recente, cinque giorni fa – spiega il colonnello Vittorio Stingo, il comandante provinciale dei carabinieri di Agrigento -. Controlli di manutenzione ordinaria, da cui non era emersa alcuna criticità”.
Ma nessun operaio si era visto in via Trilussa, hanno detto una decina di residenti, i sopravvissuti alla tragedia di sabato, ascoltati in caserma. Il procuratore capo di Agrigento, Luigi Patronaggio, ha aperto un fascicolo per disastro e omicidio colposo. Le prime mosse dei carabinieri che si stanno occupando delle indagini sono quelle di acquisire tutta la documentazione relativa alla rete di distribuzione del gas. L’area interessata dall’esplosione, di circa 10mila metri quadrati, è stata sequestrata.
“Nei prossimi giorni – ha sottolineato Patronaggio – verrà fatta “un’attenta mappatura dei luoghi. Si parte da una fuga di metano ma non escludiamo alcuna pista”. La procura ha già nominato un consulente tecnico e nelle prossime ore verrà fatto un nuovo sopralluogo con i vigili del fuoco, proprio per cercare di circoscrivere le cause della fuga di gas”.