Arriva una prima svolta nelle indagini sulla strage di Ravanusa. I carabinieri del Comando Provinciale di Agrigento, guidati dal colonnello Vittorio Stingo, hanno notificato 10 avvisi di garanzia ai vertici dell’Italgas nazionale e regionale.
L’inchiesta è coordinata dal procuratore capo di Agrigento, Luigi Patronaggio, dall’aggiunto Salvatore Vella e dai sostituti Sara Varazi e Chiara Bisso. Si indaga per disastro colposo ed omicidio colposo plurimo. Gli avvisi di garanzia sarebbero un atto dovuto per permettere agli inquirenti di svolgere “atti irripetibili”.
Lo scorso 11 dicembre una forte esplosione – prodotta da una “bolla” o ” camera” di metano innescata da una casuale scintilla – ha squarciato un intero quartiere provocando nove vittime (dieci con il piccolo Samuele che stava per nascere). Sul come e sul perché si sia creata la “bolla’ , e perfino sul punto esatto dove la stessa si sia creata (al momento localizzata al di sotto o in adiacenza della abitazione del civico n. 65 di via Trilussa), permangono dubbi che saranno sciolti dalle investigazioni tecniche e di polizia giudiziaria in corso. Per questo motivo è stato creato un pool di investigatori con le indagini che sono state affidate al Nucleo Operativo dei carabinieri del Comando Provinciale di Agrigento, guidati dal maggiore Luigi Balestra, e al Nucleo Investigativo Antincendio di Palermo comandato dall’ ingegnere Pedone. E’ stato, inoltre, costituito un collegio peritale, coordinato dal Prof. Ing. Antonino Barcellona, costituito dagli ingegneri Gianluca Buffa, Giovanni Vella e Alessandro Benigno. Si è inoltre fatta riserva di nominare un consulente geologo e un altro esperto in materiali esplodenti.
Contestualmente è stato dato incarico a tre medici legali di svolgere l’esame autoptico sui corpi delle vittime con un quesito volto a conoscere le cause del decesso e la presenza di tracce di gas, o di altri elementi volatili, nei tessuti molli , nei polmoni e nel cervello delle stesse.
“Massima collaborazione nel corso delle prossime attività in supporto agli inquirenti, come abbiamo fatto fin dall’inizio”. Lo afferma Italgas Reti, spiegando che nell’ambito delle indagini volte ad accertare le cause del tragico incidente a Ravanusa, “alcuni suoi dipendenti sono stati raggiunti da avvisi di garanzia notificati dal Tribunale di Agrigento”. Gli avvisi “si rendevano necessari al fine di poter effettuare nel contraddittorio delle parti, accertamenti tecnici non ripetibili, che si svolgeranno nei prossimi giorni per ricostruire la dinamica degli eventi”. L’atto giudiziario è ben spiegato dal procuratore aggiunto Salvatore Vella. Scrive il pubblico ministero che:” Si deve procedere ad accertamenti tecnici con effetti di non ripetibilità, volti ad appurare le cause delle esplosioni verificatesi in Ravanusa l’11 dicembre 2021, in particolare si deve procedere a scavi sui luoghi del disastro, con la possibilità di effettuare prelievi e campionamenti dei materiali rinvenuti in loco il cui compimento potrebbe alterare lo stato dei luoghi. L’inizio delle suddette attività avrà inizio il 4 gennaio 2022 presso la biblioteca comunale di Ravanusa”. Il pool di Pm della procura di Agrigento ha anche individuato le parti offese che sono nove, ovvero i familiari delle vittime della strage.