(AGI) – Palermo, 19 feb. – Governo battuto anche stasera all’Assemblea regionale siciliana nel corso del voto del ddl che riforma le province. La maggioranza che aveva retto piu’ volte alla prova del voto segreto, alla fine ha issato la bandiera bianca su un emendamento del Movimento 5 stelle che stabilisce il referendum consultivo per i Comuni che vogliano aderire ai liberi consorzi. Una replica della scena di ieri, quando l’esecutivo ha visto cadere la norma che escludeva Palermo, Catania e Messina dal processo di formazione dei liberi consorzi dei Comuni, ai fini della loro configurazione di citta’ metropolitane. Fatale, ieri come oggi, la saldatura tra opposizione, grillini e franchi tiratori. Tutto cio’ mentre l’ex Pm Antonio Ingroia viene designato commissario della Provincia di Trapani fino a giugno. Si riparte domani, alle 16, all’Ars, tra mille incognite. Il risultato e’ che si procede molto lentamente (si e’ ancora all’articolo 2), in un clima incandescente e di guerra che ha fatto registrare anche la ‘lite’ tra il capo della giunta Rosario Crocetta e il presidente dell’Ars Giovanni Ardizzone, logorando sempre piu’ la coalizione di governo. E’ proprio Crocetta a un certo punto a sbottare: "Voi questa legge non la volete fare, questi continui scontri non sono un atteggiamento degno di un parlamento, ma noi andiamo avanti. Sappiate pero’ che ci esponiamo in questo modo alla censura del commissario dello Stato". Ardizzone non ci sta: "Non scarichiamo sull’Ars responsabilita’ che non ha. Cio’ che mi preoccupa e’ che si dica che non ci sia la copertura finanziaria, sollecitando in questo modo una impugnativa che non ci possiamo permettere". Poi il rinvio dei lavori a domani tra le urla dei deputati. In precedenza era stato approvato l’articolo 1 che stabilisce in sede di prima applicazione della legge, e fino all’approvazione di una successiva norma, che i liberi consorzi dei Comuni coincidano con le 9 province regionali. Su Palazzo dei Normanni peraltro si e’ abbattuta la bocciatura dei vescovi siciliani: "Suscita allarme e preoccupazione l’irrisolta vicenda della tanto propagandata riforma delle Province che finora ha prodotto solo l’abolizione dell’esistente e il protrarsi delle gestioni commissariali. Il governo regionale ha privilegiato un diverso approccio, determinato essenzialmente da esigenze di protagonismo mediatico, gettando nel caos le amministrazioni provinciali siciliane con gravi disagi per taluni settori della vita sociale, come l’istruzione e le infrastrutture, o le societa’ partecipate con ricadute sui cittadini". Mentre la Cgil ha stigmatizzato "una politica irresponsabile e incompetente quella che tiene banco oggi in Sicilia, che mette in scena ignobili teatrini mentre l’Isola affonda". (AGI) Mrg
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