E’ ormai più che evidente che i processi in corso e l’uso delle risorse del nostro
pianeta sono sfuggiti al controllo delle autorità e spesso contrastano con gli accordi
internazionali di contenimento e smaltimento dell’enorme quantità di rifiuti prodotti. Siamo
consapevoli della necessità di ridurre drasticamente i rifiuti non biodegradabili, primi tra tutti quelli
in plastica, causa di gravissime conseguenze per la vita nei mari e per la salute umana, e che è
inaccettabile continuare a inondare il proprio territorio e l’intero pianeta di enormi quantità di oggetti
monouso in plastica. Questi infatti, gettati via dopo un rapido uso, resistono nell’ambiente per
centinaia di anni, con gravi danni per l’ecosistema, generando altresì particelle altamente nocive
(microplastiche) che, disperse nelle acque e nel suolo, stanno avvelenando inesorabilmente tutti gli
organismi viventi. Contiamo dunque sul senso di responsabilità dei cittadini e degli amministratori
di fronte ad un problema così urgente e allarmante.
Come sappiamo, il Parlamento Europeo ha approvato l’indirizzo del divieto al consumo
nell’Unione europea di alcuni prodotti in plastica monouso, che costituiscono il 70% dei rifiuti
marini. La nuova normativa, se approvata in via definitiva, vieterà a partire dal 2021, la vendita
all’interno del blocco comunitario di articoli in plastica monouso, come posate, bastoncini cotonati,
piatti, cannucce e simili. Ma dovranno passare minimo due anni, mentre il ragionamento più
coerente sembra essere: se la plastica usa e getta è così dannosa (e lo è certamente) perché
non impedire subito che faccia altri danni?
Sospinti da questo interrogativo, si sono attivati alcuni cittadini che si riconoscono nel gruppo
Facebook “EFFETTO TERRA: comportamenti contro il riscaldamento globale”. Cittadini che
hanno elaborato una proposta di petizione da avviare a livello comunale (in tutti i Comuni) affinché
i singoli sindaci, con una specifica ordinanza possano, in tempi brevi, determinare una significativa
riduzione dell’uso e della dispersione degli oggetti in plastica monouso all’interno del proprio
territorio di competenza.
Del resto, in Italia, sono sempre di più i Comuni che rinunciano alla plastica
monouso, con il dichiarato intento di proteggere l’ambiente e combattere l’inquinamento da
plastica. A fare da apripista il Comune delle Isole Tremiti che, dallo scorso primo maggio, ha
vietato tutte le stoviglie di plastica a favore di contenitori biodegradabili. Il Comune di Lampedusa e
Linosa lo scorso giugno, tramite un’ordinanza sindacale entrata in vigore il 31 agosto, ha messo al
bando stoviglie, bicchieri e posate monouso non biodegradabili mentre gli shopper, invece,
dovranno essere sostituiti da sacchetti in carta o tela. Tra i Comuni siciliani, anche quelli di Avola e
di Noto, in provincia di Siracusa, hanno vietato con un’ordinanza partita ad agosto la distribuzione
di posate, piatti, bicchieri, sacchetti e contenitori in plastica monouso.
Il gruppo “EFFETTO TERRA” ha cercato di cogliere gli aspetti migliori di queste iniziative,
proponendo agli amministratori e ai cittadini di Caltanissetta di iniziare, subito, a tutelare il nostro
ambiente e la nostra salute, con un provvedimento che ponga i nisseni in prima linea in un
cammino di civiltà e di responsabilità.
La rete di enti e associazioni, promossa da “Effetto Terra”, che comprende Italia Nostra,
Legambiente, Lipu, Pro Loco e Wwf, ha dunque avviato, per il territorio di Caltanissetta, una
raccolta di firme con la petizione “Plastica usa e getta? No grazie”. La petizione, che in pochi
giorni ha già raccolto parecchie adesioni, sarà aperta alle sottoscrizioni sino al periodo natalizio.
La proposta intende ripercorrere le più significative esperienze maturate da alcuni Comuni italiani
in tema di divieto dell’uso dei prodotti monouso in plastica, cercando di integrare tra loro gli aspetti
più significativi e porre il Comune di Caltanissetta nelle migliori condizioni per emanare
un’ordinanza finalizzata alla riduzione dei rifiuti non biodegradabili e alla tutela della salute dei
cittadini, contribuendo alla riduzione dell’emissione di gas serra. Inoltre, una volta messa a punto
tale iniziativa nel nostro Comune, sarà possibile estenderla a un numero sempre maggiore
di Comuni italiani.
Attendiamo dunque con fiducia una chiara presa di posizione da parte del Comune di Caltanissetta
(a cui abbiamo già inviato il testo proposto), attraverso l’emanazione di un’ordinanza contro l’uso
della plastica monouso. Noi riteniamo che le politiche ambientali dei luoghi, degli specifici contesti
territoriali siano quelle che un governo regionale, un’amministrazione locale può persino anticipare
rispetto agli orientamenti statali, comunitari, globali. Sono quelle che direttamente, efficacemente
aumentano la qualità sociale dello sviluppo, la sicurezza e il benessere dei cittadini e, alla fine,
anche la produttività complessiva di un territorio. Creando anche condizioni e opportunità nuove di
lavoro bio-sostenibile. Senza considerare e valutare ciò che è “sostenibile” e ciò che non lo è,
senza un’economia ecologica, senza bilanci che comincino a calcolare anche i costi ambientali, si
costruisce uno sviluppo ingiusto, privo di benefici certi. Si toglie ossigeno, speranza, futuro al
luogo, ai luoghi in cui viviamo e abitiamo. Ecologia è letteralmente “dottrina della casa” ma, oltre
alla dimora materiale, la Terra, l’ambiente, è necessario ricostruire la dimora spirituale e morale, e
con essa una nuova idea di politica e di impegno sociale.
Più responsabilità, più futuro.