L’inchiesta sul contenuto della trasmissione Report di ieri, con la perquisizione eseguita dalla Dia nei confronti di “un giornalista che non e’ indagato”, punta a “verificare la genuinita’ delle fonti”. Lo afferma il procuratore di Caltanissetta, Salvatore De Luca, sottolineando che la “perquisizione non riguarda in alcun modo l’attivita’ di informazione svolta dal giornalista, benche’ la stessa sia presumibilmente susseguente ad una macroscopica fuga di notizie, riguardante gli atti posti in essere da altro ufficio giudiziario”.
“Infatti, secondo quanto accertato da questo Ufficio – ricostruisce il procuratore – in una occasione, il giornalista avrebbe incontrato il luogotenente in congedo Giustini non per richiedergli informazioni, ma per fargli consultare la documentazione in suo possesso in modo che lo stesso Giustini fosse preparato per le imminenti sommarie informazioni da rendere a questa Procura. E’ necessario verificare la natura di tale documentazione posta in lettura al Giustini – aggiunge il procuratore di Caltanissetta – che presumibilmente costituisce corpo del reato di rivelazione di segreto d’ufficio relativo all’attivita’ di altra autorita’ requirente. Tale accertamento e’ tanto piu’ rilevante in considerazione dell’importanza che Giustini attribuisce a tale documentazione, nonche’ a seguito delle contraddittorie versioni fornite da quest’ultimo in materia di comunicazione nel 1992 delle informazioni da parte dell’Arma all’Autorita’ Giudiziaria di Palermo”.
Il comunicato della Procura è stato inviato dopo che si è diffusa la notizia sulla
perquisizione della Dia “su mandato della Procura di Caltanissetta, presso l’abitazione dell’inviato di Report Paolo Mondani” e la redazione dei Report di Sigfrido Ranucci.
A darne notizia è lo stesso giornalista Ranucci che ieri ha condotto la trasmissione.
“Il motivo – dice Ranucci – sarebbe quello di sequestrare atti riguardanti l’inchiesta di ieri sera sulla strage di Capaci nella quale si evidenziava la presenza di Stefano Delle Chiaie, leader di Avanguardia nazionale, sul luogo dell’attentato di Capaci”. “Gli investigatori cercano atti e testimonianze su telefonini e Pc”, e aggiunge:
“DECRETO PERQUISIZIONI FIRMATO TRE GIORNI PRIMA DELLA MESSA IN ONDA.
Da parte nostra c’è massima collaborazione.
Siamo contenti se abbiamo dato un contributo alla magistratura per esplorare parti oscure. Il collega Paolo Mondani aveva già avuto un colloquio con il procuratore. Noi siamo sempre stati collaborativi con la giustizia, pur garantendo il diritto alla riservatezza delle fonti. Il decreto di perquisizione riporta la data del 20 maggio, cioè tre giorni prima della messa in onda del servizio.
Ovviamente abbiamo messo al corrente l’ufficio legale, l’ad Fuortes e il nostro direttore. “
