In questi tempi sono tanti i sindaci che sono in difficoltà a causa delle scarse finanze, ma quasi tutti affrontano tali difficoltà con una certa dignità. In parecchi casi emerge da parte dei primi cittadini anche la virtù dell’umiltà, in quanto consapevoli dei problemi cercano aiuto e solidarietà anche dalle opposizioni, il tutto in nome del bene della loro città.
Fa eccezione a questa osservazione il sindaco di San Cataldo, Ing. Modaffari, che pur avendo una situazione finanziaria migliore di tanti altri Comuni non perde occasione per dimostrare la sua poca onestà intellettuale.
Nell’ultimo sproloquio sui media del 7 agosto u.s., il sindaco in risposta ai puntuali interventi dei consiglieri di opposizione, Alice Fasciana, Felice Favata ed Enzo Calabrese per giustificare il suo flop amministrativo ha dichiarato testualmente: “ogni anno in comune si pagano 732.735,46 euro di rate di mutuo per opere pubbliche eseguite nel passato. Scelte del passato che hanno privilegiato l’esecuzione di opere pubbliche con finanziamenti e prestiti che non consentono di pianificare”. Avete letto bene! Il sindaco accusa le amministrazioni passate, quelle che per intenderci facevano capo ai sindaci Torregrossa e Di Forti, di avere realizzato opere pubbliche grazie ai prestiti a tasso agevolato che però vanno restituiti. Come se Modaffari non sapesse che le opere pubbliche degli Enti Locali (nel caso specifico furono il Palazzetto dello Sport, lo Stadio in erba Valentino Mazzola, e il rifacimento del manto stradale delle principali e secondarie vie della città), si potessero fare in “contanti”. Magari così fosse…
Già questa prima sciocchezza fa capire come l’Ing. Modaffari cerca di arrampicarsi sugli specchi. Ma non è finita! Modaffari scrive fino al centesimo il totale che il comune paga di rate annuali talché lui fa capire che i suoi fallimenti amministrativi arrivano perché gli mancano questi soldi. Di fatto ammette che non sta amministrando bene. Ma il capolavoro del sindaco deve ancora arrivare. Egli scrive la voce di uscita annuale, 732.735,46 euro per l’appunto, ma in mala fede omette le contemporanee voci in entrata del contributo a fondo perduto che giunge ogni anno dal Ministero dell’Interno a seguito della realizzazione di queste tre opere. In altre parole il Ministero, sulle opere realizzate dalle precedenti Amministrazioni, ha concesso un contributo a fondo perduto annuale a parziale storno delle rate di mutuo. Per chi abbia voglia di verificare, visiti il sito del Ministero dell’Interno e troverà tutto sotto la voce “anno 2016, dipartimento Finanza Locale, capitoli mutui del Comune di San Cataldo”. Queste informazioni Modaffari invece non le segnala né sul sito del comune, né nel suo articolo. Nel sito ministeriale il rimborso al Comune per le opere realizzate è pari ogni anno a 192.445,46 euro. La differenza fra le due voci quindi è 540.290,00 euro e non quello che dice il Sindaco. Questa misera bugia non è la sola, visto che il Sindaco fa capire che la cifra è una enormità, ma in verità la cifra rappresenta appena il 2,60% del bilancio comunale (che è di oltre 20 milioni di euro). Faccio un esempio per far capire come stanno le cose: è come se una famiglia che produce un reddito lordo di 24.000 € annui paghi rate annuali di mutuo alla banca per appena 624 euro, cioè 52 euro al mese. Ma ci rendiamo conto di come il Sindaco Modaffari, mente sapendo di mentire e cerca di imbrogliare l’opinione pubblica? San Cataldo con queste rate, pari al 2,60% del suo bilancio (cioè una miseria), ha realizzato negli anni d’oro della sua storia cose incredibili e che oggi sono il nostro vanto. E trattasi di mutui in cui il comune paga solo lo 0,50% di interessi. Ma l’Ing. Modaffari non prova vergogna nel dire queste menzogne? Concludendo la verità è una: Modaffari, da consigliere comunale per 18 anni ha imbrogliato la gente “gridando” contro le ottime amministrazioni che hanno fatto grande San Cataldo e oggi divenuto finalmente Sindaco certifica dopo appena due anni di governo la sua inettitudine, ma anche la sua invidia per quanto hanno saputo fare i suoi predecessori.
Adesso non gli rimane che una sola cosa: dimettersi da Sindaco. Così noi dimostreremo a lui (i sancataldesi ormai lo sanno quanto lui vale, perché hanno fatto il paragone con il recente passato) come si amministra un Comune.
Alessandro Pagano