Al via l’iter della proposta di legge Zan-Scalfarotto sull’omotransfobia che vuole estendere i reati d’odio anche all’orientamento sessuale e all’identità di genere e che punisce fino a quattro anni per chi discrimina, tra le novità c’è che viene punita anche la misoginia. Oggi il ddl approda alla Camera.
Il relatore, Alessandro Zan, spiega in un’intervista rilasciata a La Repubblica che “in Italia esiste un serio problema di razzismo e discriminazione verso le persone omosessuali e transessuali“. Dichiara inoltre che “in Parlamento c’è una maggioranza compatta e decisa ad approvare la legge che introduce anche del reato di misoginia, ossia di odio contro le donne“.
La nuova proposta di legge, però, non è bene accetta a tutti: i movimenti Pro-life e i vescovi della Conferenza episcopale si oppongono, sentendosi privati della libertà di esprimere critiche verso forme di famiglia, sessualità e amore delle comunità LGBT, diverse da quelle “tradizionali”. Zan sottolinea che sostenere che l’unica famiglia sia quella composta da madre e padre non sarà classificato come reato, ma punibili penalmente saranno le azioni di odio contro le famiglie arcobaleno. Ha inoltre spiegato il relatore che la legge prevede anche delle azioni di sensibilizzazione e prevenzione: “Dalla giornata contro l’omofobia alle case rifugio per giovani LGBT cacciati dalle famiglie e perseguitati“.
Nel rapporto reso noto dall’Agenzia europea dei diritti fondamentali (FRA), l’Italia gode di un triste primato come uno dei Paesi con il tasso più alto di discriminazione.