Attorno alle 21 della scorsa sera, i Carabinieri della Stazione di Niscemi sono stati allertati dai vigili del fuoco per intervenire in un’abitazione completamente avvolta dalle fiamme in contrada Vituso, a 3 km dal centro abitato. L’incendio, di vaste proporzioni, ha completamente distrutto parte dell’abitazione e ha richiesto l’intervento di due squadre dei pompieri per essere domato. Mentre l’incendio veniva con fatica estinto, ai Carabinieri era stato segnalato un soggetto che si aggirava poco distante dal luogo del rogo con evidenti segni di bruciature e ustioni. L’uomo, S. R. le sue iniziali, 52enne, è stato raggiunto e fatto trasportare dal 118 all’ospedale Suor Cecilia Basarocco per essere medicato. Nel frattempo, allo stesso ospedale veniva accompagnato dai familiari anche il fratello, che versava in condizioni anche più gravi, con ustioni su tutto il corpo, e in stato confusionale. Viste le sue condizioni critiche, il ferito, S. A. M. le sue iniziali, 41enne, è stato trasportato d’urgenza al Centro ustioni dell’ospedale Civico di Palermo, dov’è tutt’ora ricoverato in prognosi riservata, ma fuori pericolo di vita. Dalla ricostruzione dei Carabinieri, i due si erano introdotti all’interno della proprietà dell’edificio, in quel momento disabitato, riconducibile a una ditta di onoranze funebri locale, e avvalendosi di due bombole del gas, una posta all’interno del carro funebre Mercedes li parcheggiato, e l’altra sita all’interno del vano cucina dell’abitazione, con della benzina volevano appiccare il fuoco, ma qualcosa è andato storto. La deflagrazione delle bombole è stata così violenta da far sbalzare la saracinesca del garage a svariati metri di distanza, coinvolgendo nella vampata anche i due malfattori che non si aspettavano un effetto simile. Ricostruiti i fatti, su disposizione dell’autorità giudiziaria di Gela, i due fratelli, già noti alle forze dell’ordine, sono stati tratti in arresto in flagranza per il reato di incendio doloso aggravato e in concorso. Al momento, si trovano entrambi piantonati nei due ospedali di Niscemi e Palermo in attesa di guarigione, per poter poi essere tradotti in carcere. Ulteriori approfondimenti degli investigatori sono in corso per scoprire il possibile movente.
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