( Rainews). Mentre in tutta Italia mai come quest’anno crollano le iscrizioni ai test per l’ingresso ai corsi universitari a numero chiuso, specialmente per medicina, una sessantina di domande considerate particolarmente ostiche e non sempre inerenti a quella che poi sarà la professione medica, ad Enna sta nascendo una facoltà che secondo le prime notizie circolate sul web questi problemi non li pone: nessun test d’ingresso, basta l’iscrizione online. Le cose non starebbero esattamente così, secondo l’amministratore delegato della Fondazione Proserpina, Mirello Crisafulli, esponente del PD in Sicilia, fino al 2010 senatore, la Fondazione gestisce questa facoltà. Che però non è italiana, ma una estensione sul territorio ennese della “Dunarea de Jos” di Galati in Romania. Una succursale. In cui insegneranno docenti rumeni, e si parlerà solo rumeno. Per accedere ai due i corsi di laurea, ‘Medicina e Farmacia’ e ‘Professioni infermieristiche’ bisognerà frequentare 10 settimane di corso di lingua, e poi superare i test d’ammissione, essenziale sapere il rumeno. Per il primo anno accademico i posti complessivamente saranno 120, 60 per ogni corso, ma già si pensa a raddoppiarli, per il prossimo anno. Ma se c’è il numero chiuso, e bisogna comunque superare un test d’ammissione, perchè mai pagare 9 mila euro l’anno di retta, per frequentare quel corso? “La “Dunarea de Jos” di Galati in Romania è una Università certificata e assolutamente affidabile”, ci dice Crisafulli, che anima la Fondazione Proserpina assieme ad Elio Cardinale, ex sottosegretario al Ministero della Salute nel governo Monti, area Forza Italia. “La laurea che noi rilasceremo sarà immediatamente valida in tutta Europa, Italia compresa”. Il vantaggio di frequentare la filiale italiana dell’Università rumena è che non si è costretti a trasferirsi o a fare avanti e dietro in aereo con la Romania: ma torna la domanda. Perchè farlo? Peraltro sempre ad Enna esiste un altro ateneo privato, parificato, l’Università Kore, che però è italiana a tutti gli effetti. Molti studenti che oggi non riescono a superare i test d’ingresso nelle facoltà italiane volano in Romania o Spagna, per iscriversi al primo anno soprattutto di medicina e giurisprudenza, ma poi tornano indietro, accedendo al secondo anno negli atenei italiani, non senza polemiche. “Proprio per questo io proporrò di non rilasciare attestati almeno fino al secondo anno”, ci dice Crisafulli. “Per garantire continuità didattica”. Roberta Cheversani, presidente dell’Ordine dei Medici, si riserva di studiare la vicenda. “In generale non sono favorevole a situazioni che potrebbero rappresentare un modo per sottrarsi alle normative vigenti su test d’ingresso, ma va capito cosa accade nello specifico”
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