Costringeva la figlia di soli a 12 a prostituirsi così che lei potesse ottenere i soldi necessari per giocare a Bingo. È finita in manette con l’accusa di prostituzione minorile una donna di 52 anni di Pescara, condannata a 9 anni e tre mesi di reclusione, oltre alla perdita perpetua della patria potestà e al pagamento di una pena pecuniaria di 25mila euro. L’arresto è stato eseguito dagli agenti della squadra mobile del capoluogo abruzzese, così come stabilito dalla sentenza emessa dal tribunale di Pescara il 4 maggio del 2016, confermata dalla Corte d’Appello dell’Aquila e resa definitiva dalla Corte di Cassazione lo scorso 5 dicembre. I fatti risalgono, infatti, al 2011: all’epoca la mamma aveva indotto la bambina ad avere rapporti sessuali con uomini, anche anziani, in cambio di denaro.