I giudici del Tribunale del Riesame di Palermo hanno concesso nuovamente i domiciliari, con l’applicazione del braccialetto elettronico, nei confronti del quarantacinquenne licatese Calogero Occhipinti, accusato di evasione dagli arresti domiciliari. Accolte le tesi proposte dal legale difensore dell’indagato, l’avvocato Gaspare Lombardo.
Occhipinti, dopo mesi trascorsi in cella, era tornato in carcere. Mentre si trovava ai domiciliari, avrebbe manomesso il braccialetto elettronico, allontanandosi dall’abitazione dove sarebbe dovuto stare. E lo ha fatto per andare in ospedale, al “San Giacomo d’Altopasso”, perché non stava bene, e dove gli è stata prescritta una terapia farmacologica.
Ospedale dove ha fatto ritorno, ma in ambulanza, anche una seconda volta. Partita la segnalazione dei carabinieri, a carico del licatese, è arrivato un provvedimento di aggravamento della precedente misura. E’ stato arrestato, proprio dai militari dell’Arma, e riportato in carcere. L’uomo, come ha dimostrato l’avvocato Lombardo, dietro autorizzazione s’è davvero recato in ospedale, perché non stava bene.
Occhipinti era stato arrestato, in esecuzione di un’ordinanza di custodia cautelare in carcere firmata dal Gip del Tribunale Stefano Zammuto, lo scorso maggio perché, sarebbe evaso dai domiciliari, e ostentando parentele mafiose, si sarebbe reso responsabile di una serie di estorsioni ai danni di commercianti di Licata, facendosi consegnare somme da 50 a massimo 200 euro. A formalizzare denuncia furono allora le vittime delle estorsioni.