Quattro ordinanze cautelari, firmate dal Gip del tribunale di Agrigento Alfonso Malato, sono state eseguite dai carabinieri della compagnia di Licata a carico di altrettante persone indagate, a vario titolo, per associazione per delinquere finalizzata alle estorsioni.
L’operazione, denominata “Stipendi spezzati”, si è concentrata sugli appartenenti e sulla gestione della “Cooperativa sociale Suami – Onlus”. Due persone – dei coniugi di Favara – sono state arrestate e poste ai domiciliari. Per due donne sono stati disposti un obbligo di dimora ed un obbligo di presentazione alla polizia giudiziaria.
Agli arresti domiciliari sono stati posti: Salvatore Lupo, 41 anni, ex presidente del consiglio comunale di Favara e la moglie Maria Barba di 35 anni. Obbligo di dimora a Licata per Caterina Federico di 34 anni e obbligo di presentazione alla polizia giudiziaria per Veronica Sutera Sardo, 30 anni, di Agrigento.
Il 18 gennaio del 2016, a Licata, venne eseguita l’operazione “Catene spezzate” – che ipotizzava maltrattamenti fisici e psicologici nei confronti degli ospiti di una struttura d’accoglienza per disabili – . L’indagine dei carabinieri fece scattare, allora, 5 misure cautelari.
Già durante gli interrogatori di garanzia, sentendo alcuni dipendenti emerse un presunto giro di estorsioni sugli stipendi. I carabinieri di Licata, da allora, hanno effettuato indagini ed accertamenti. La nuova inchiesta – che è stata coordinata dal sostituto procuratore Alessandro Macaluso, oggi trasferito ad altra sede, – avrebbe fatto emergere che ai dipendenti della “Cooperativa sociale Suami – Onlus” prima venivano accreditati su conto corrente le mensilità dovute e poi, con carte bancomat intestate proprio agli stessi dipendenti, “l’amministratore unico della coop, Salvatore Lupo, avrebbe prelevato – secondo l’accusa formalizzata da carabinieri e Procura – la metà degli stipendi”. Stando all’inchiesta, questi prelievi di denaro avrebbero riguardato oltre 20 dipendenti.
L’inchiesta avrebbe inoltre portato alla luce che quando i dipendenti della coop veniva licenziati – stando sempre alle ricostruzioni formalizzate da militari dell’Arma e Procura della Repubblica di Agrigento – veniva trattenuto il trattamento di fine rapporto.
I carabinieri di Licata hanno contestualmente proceduto al sequestro preventivo di circa 37 mila euro sui conto correnti degli indagati.