Diciassette cadaveri sono stati recuperati ieri su un gommone carico di migranti, al largo della Libia, dai marinai della nave Fenice, della Marina Militare, intervenuti in soccorso dell’ imbarcazione in difficoltà. A bordo, vicino ai morti, 217 migranti tratti in salvo. Stavolta non è stato un naufragio. Accertamenti sono ancora in corso sulle cause della morte delle 17 vittime. Potrebbero essere morte di stenti, o magari calpestate nel tentativo di conquistare un posto, come già accaduto su un altro gommone soccorso nel Canale di Sicilia all’inizio di maggio. Secondo quanto si è appreso, il gommone è stato raggiunto dalla nave Fenice, nell’ambito del dispositivo “Mare sicuro”, dopo una richiesta di soccorso fatta con un telefono satellitare. Raggiunto il gommone, gli uomini della Marina hanno recuperato i 17 cadaveri, e trasferito sulla nave Fenice i 217 migranti superstiti, i quali saranno ora identificati ed interrogati per chiarire le cause della tragedia. I viaggi della speranza, che sempre più spesso finiscono in morti disperate, non conoscono tregua. Nelle ultime 24 ore sono state soccorse al largo della Libia 3.300 persone in 17 diverse operazioni, tutte coordinate dal Centro Nazionale Soccorsi della Guardia Costiera. Ai soccorsi hanno partecipato unità della Guardia Costiera, della Guardia di Finanza, della Marina Militare italiana, delle Marine tedesca e Irlandese, oltre a unità navali inquadrate nel dispositivo Triton e a mercantili dirottati in direzione di gommoni e barconi in difficoltà.
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