Prof. Leandro Janni, presidente di Italia Nostra Sicilia:
Le terga, l’arte e l’amore
«Oscèno agg. [dal lat. obscenus o obscaenus, di etimo incerto: propr. «di cattivo augurio», donde i sign. di «laido d’aspetto; osceno»]. – 1. a. Che offende gravemente il senso del pudore, soprattutto per quanto si riferisce all’ambito della sessualità: parole, frasi o.; tenere un comportamento o.; usare un linguaggio o.; atti o., punibili dalla legge se commessi in luogo pubblico o esposto al pubblico; fare un gesto o.; scritte, immagini, fotografie o.; canzoni o.; spettacoli o.; proposte oscene. Con riferimento alla persona stessa: uomo, scrittore, attore, pittore o.; una donna oscena» (Treccani).
Stupiscono e destano infinita ammirazione gli affreschi della Cappella Sistina, una delle grandi imprese artistiche del divino Michelangelo. Affreschi che ricoprono l’intera volta di quello spazio straordinario dove ha luogo il conclave e altre cerimonie ufficiali del romano pontefice. Affreschi ai quali il sommo artista rinascimentale lavorò dal 1508 al 1512. Successivamente, gli affreschi della parete di fondo sopra l’altare – Il Giudizio Universale – lo impegnarono dal 1535 al 1541.
Tra le tante, una scena curiosissima, che potremmo persino definire “oscena”, non può non attrarre il nostro interesse, non può non stupire: “La Creazione degli astri e delle piante”. Un affresco in cui Michelangelo Buonarroti rappresenta qualcosa di mai raccontato fino ad allora: Dio Padre che, con le braccia protese, crea la Luna e il Sole. Poi, si volta rapidamente, per creare la Natura, cioè le piante e gli alberi e, di colpo, vediamo Dio Padre da tergo. Insomma: quello che ci appare, qui, non è la sua barba imponente, la sua forza e Lui contornato da quattro angeli (le quattro stagioni, i quattro elementi della terra), ma, incredibilmente, vediamo le sue terga. Dunque, un’immagine, una figura inaudita, se non blasfema. E d’altronde, molte immagini della Sistina, a suo tempo, furono considerate blasfeme. Oscene.
In tutt’altro contesto, in tutt’altra situazione, questa immagine sorprendente, e ripeto, che potremmo persino definire “oscena”, custodita nella Cappella Sistina, mi è tornata in mente, grazie alla singolare impresa del sig. Santamaria – a quanto pare attore porno. La notte del 17 agosto scorso, egli, colto da entusiasmo ed eccitazione, ha deciso di esporre le sue terga sulla scenografica scalinata della Cattedrale di Noto, punteggiata dalle seducenti sculture di Igor Mitoraj, e di farsi fotografare. La foto, pubblicata su Instagram, ha destato scalpore ma è stata utile alle forze dell’ordine per identificare, denunciare e multare il responsabile. Santamaria, adesso, dovrà pagare una cospicua sanzione in seguito alla denuncia per «atteggiamenti offensivi del pudore e della decenza», e rispondere alla querela del Sindaco di Noto.
Sant’Agostino diceva: «Ama e fa ciò che vuoi». Sta a noi, ovviamente, forti anche del nostro amore, delle nostre passioni, realizzare grandi imprese o, più semplicemente, più normalmente, vivere una vita retta (come si diceva un tempo) e dignitosa. Oppure, scriteriatamente, disperderci nello sterminato nulla delle transeunte immagini della mercificazione cosmica.”
Prof. Leandro Janni, presidente di Italia Nostra Sicilia