Un forte boato e poi il terremoto nel Golfo di Gela. La scossa, che si è verificata martedì sera alle 21:27, è durata pochi secondi . La scossa, è stata stimata in magnitudo 4.4, 2,9. Questa mattina si è escluso che l’Etna molta attiva in questi giorni avesse una qualche responsabilità, escludendo il vulcano restano in atto due ipotesi, l’avvicinamento della faglia africana a quella europea, e le trivellazioni in atto in questo tratto di mare dalle compagnie petrolifere.
Il terremoto nelle nostre realtà potrebbe causare ingenti danni a persone, abitazioni, e cose, il 56% delle nostre abitazioni non hanno la conformità sismica, sono abitazioni friabili perché privi di elementi antisismici assenziali quali fondazioni, pilastri, travi in cemento armato. Un esempio pratico basta schiacciare un biscotto in pasta frolla, l’effetto su molte abitazioni sarebbe lo stesso.
Cnr-Iac e per l’Istituto nazionale di geofisica e vulcanologia, la predittività è impossibile con gli attuali e moderni strumenti sismici, gli strumenti non riescono a prevedere eventi sismici. La ricerca di elementi utili a predire l’arrivo di un violento terremoto sta percorrendo molte strade. Dallo studio delle correnti elettriche nei terreni che talora si formerebbero all’avvicinarsi di un sisma, alle alterazioni nella ionosfera causate da fenomeni elettrici nei suoli, fino alla fuoriuscita di gas dal suolo. Ma al momento nessuno è in grado di essere utilizzato in modo scientifico per prevedere l’arrivo di un terremoto
La natura però ci ha donato alcuni elementi che potrebbero salvare la vita a centinaia di persona, è giusto farli conoscere al maggior numero di persone. Alcuni studi hanno dimostrato che prima o durante un sisma, si notano cambiamenti del livello dell’acqua dei pozzi, comportamenti anomali degli animali, emissioni gassose dal sottosuolo.
La prima referenza storica risale al 373 avanti Cristo. Riportava che volpi, donnole, serpenti, perfino gli insetti avevano abbandonato le loro tane molti giorni prima dell’arrivo di un devastante terremoto. Plinio il Vecchio sosteneva che gli uccelli diventavano irrequieti. E prima di lui, e ancora adesso, molti sono convinti che gli animali sono in grado di percepire i movimenti della terra e dare segni di allarme.
Perfino lo Us Geologial survey, l’agenzia americana che studia il territorio rivela che ci sono annedotiche conferme delle reazioni animali. Questo potrebbe avvenire perché mentre gli esseri umani non sono sensibili alle onde P, le onde longitudinali molto veloci prodotte dall’oscillazione della roccia nella stessa direzione della propagazione, mentre gli animali sì. Le onde P sono una indicazione che poi arriveranno le onde S, più forti e in direzione perpendicolare, quelle che provocano i crolli.
Nel febbraio 1975, la città di Haicheng, in Cina, si era riempita di serpenti che erano usciti dai loro nascondigli nonostante fosse inverno e ci fosse la neve. I residenti vennero evacuati e in effetti poco dopo arrivò un sisma di grado 7,3. Nel marzo 2009 nei dintorni del lago San Ruffino, in Abruzzo, era stato notato che tutti i rospi, che sono una presenza comune, erano spariti. Poco dopo l’Aquila venne annientata.
Un team di ricerca internazionale al quale hanno partecipato ricercatori dell’Istituto di comportamento animale del Max Plack Institute, dell’Università di Costanza, e dell’Università di Camerino, ha deciso di analizzare il comportamento di mucche, pecore e cani per verificare se dimostravano reazioni scientificamente misurabili. Per farlo hanno attaccato ai loro corpi dei sensori di movimento alimentati da pannelli solari. Ogni secondo misuravano la loro direzione magnetica, la velocità, l’altitudine in cui si trovavano, l’accelerazione, il luogo e anche l’umidità e la temperatura. Ed è stata trovata una prova: gli animali aumentano l’attività nelle ore precedenti l’evento sismico. Non solo: quanto più vicini sono all’epicentro, tanto più il loro comportamento diventa insolito e lo diventa fino a 20 ore prima. E’ stato anche notato che la loro capacità di prevedere vale soprattutto quando sono in stalla, meno quando sono all’aperto.
Studi precedenti avevano già dato indicazioni. In particolare quello condotto tra 2012 e 2014 sull’ Etna, aveva dimostrato che gli animali avvertivano le eruzioni da 4 a sei ore prima. Si svegliavano di notte, camminavano in modo nervoso e cercavano posti sicuri con molta vegetazione, dove la lava rallenta.
Nella pratica un sistema di allerta potrebbe prevedere con alcune ore di anticipo osservando anomalie nel comportamento animale, innalzamento del livello dell’acqua dei pozzi che inizia a diventare torrida e calda, e crescita delle colture sproporzionate il mais per esempio nei campi triplica la sua altezza prima dell’evento catastrofico (terremoto in Emilia Romagna).
Il presente articolo per quando scientificamente comprovabile, non vuole creare panico e allarmismi, ma ha solo lo scopo di divulgazione tecnica-scientifica, in caso di eventi bisogna affidarsi alle autorità, ma osservare questi elementi potrebbe salvarci la vita.