La Guardia di Finanza ha arrestato l’imprenditore di Canicattì Vincenzo Li Calzi, 46 anni nell’ambito dell’inchiesta “Sorella Sanità“, operazione della Guardia di Finanza degli scorsi mesi che avrebbe portato alla luce un giro di mazzette nel mondo della sanità siciliana. Li Calzi è ritenuto il braccio destro del faccendiere Salvatore Manganaro di Canicattì. Quest’ultimo, arrestato negli scorsi mesi, ha deciso di collaborare con l’autorità giudiziaria che gli ha concesso i domiciliari a patto che restituisca i soldi delle tangenti. Ai domiciliari, invece, è finito Li Calzi. L’imprenditore di Canicattì è considerato il prestanome di Manganaro. Il gip Rosini non aveva accolto la richiesta di custodia cautelare avanzata lo scorso maggio dalla Procura di Palermo. Il procuratore aggiunto Sergio De Montis e i sostituti Giovanni Antoci e Giacomo Brandini avevano presentato ricorso al Riesame che, invece, aveva disposto gli arresti domiciliari. Esecuzione sospesa (fino ad oggi) per il ricorso avanzato dall’indagato in Cassazione che – però – ieri ha lo ha rigettato. Per Li Calzi, difeso dall’avvocato Angela Porcello, sono scattate le manette.
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