Il sindaco di Gela Domenico Messinese, scrive alle famiglie dei lavoratori dell’indotto, dopo la protesta delle mogli degli operai: “ Il vostro dramma non è un disagio isolato e circoscritto. Ciò che stanno attraversando le famiglie dei lavoratori dell’indotto ha ripercussioni sull’intera economia cittadina e anche sullo spirito di questo Natale in ognuno di noi. Ma sarebbe un errore pensare che l’attenzione che vi stiamo rivolgendo è solo una circostanza limitata a queste festività. Le ricorrenze di questo periodo acuiscono i dolori di una popolazione in cui si specchia la storia della nostra città negli ultimi 50 anni. Una storia con un epilogo indegno per un popolo che ha pagato con il sacrificio e la vita, se non fosse per la forza e il coraggio che trasmettete nella mia azione amministrativa. Fermarsi a leccarci le ferite non darebbe giustizia della nostra identità. Sin dal mio insediamento sono stato al vostro fianco, ho ascoltato le vostre storie, ho preteso spiegazioni in tutti i confronti con i nostri governanti. Un percorso in salita che giorno dopo giorno ci allontana sempre più dal baratro in cui eravamo finiti. Ma ho soprattutto condotto una battaglia che solo una persona libera dai fili dei partiti può permettersi, anche a rischio della propria persona: ho portato la questione oltre i confini territoriali perché Gela rischiava di essere archiviato come un caso risolto, finendo nel dimenticatoio come altre realtà locali hanno già sperimentato. Ho urlato la mia rabbia nei network nazionali e ai vertici ministeriali. Anche quando mi sono sentito solo non ho mai ceduto a tentazioni disoneste, perché sentivo forte la vostra rabbia di cui mi sono voluto fare interprete. Sarebbe stato troppo semplice continuare la politica che divide la disperazione, rassicurandola con i vari “ci penso io a te”, “non ti preoccupare”, “sistemo tutto io” di circostanza a cui ci hanno abituato i lestofanti della politica. Io queste formule non le ho saputo pronunciare. Ma in ogni atto che ho firmato, in ogni progetto di sviluppo che ho presentato, in ogni tentativo di investimento esterno che ho caldeggiato, non c’è stato un secondo della mia vita in cui io non abbia pensato alle vostre preoccupazioni di mogli e alle vostre apprensioni di madri. Nelle ultime ore stiamo approfondendo la questione che riguarda l’impiego della manodopera nei cantieri avviati da Enimed. Il 12 dicembre si terrà a Caltanissetta un tavolo prefettizio, perché quel lavoro spetta solo a chi è inserito nella lista di disponibilità. Ma questo non è il nostro unico impegno. Abbiamo tracciato opportunità occupazionali a medio e lungo termine per il territorio perché non vogliamo che i nostri cittadini vivano di elemosine. Io non so se la bioraffineria, i fondi di compensazione, il Patto per la Sicilia, i finanziamenti europei, l’agricoltura, l’artigianato, il turismo, saranno sufficienti a segnare la svolta economica di questa città, sicuramente non è un cammino facile, ma solo il passo deciso di una città che non retrocede può sostenere. Di certo non abbiamo lasciato nulla di intentato per il futuro delle vostre famiglie, che più di tutte meritano rispetto per il lavoro e la dignità che le sono state scippate dall’oggi al domani. Continuiamo a seguire ogni passaggio di queste ambiziose linee di sviluppo economico con grande fiducia. Solo forti di questi sentimenti potremo cogliere il senso vero di ogni augurio che ci scambieremo alle soglie di un anno che attendiamo con l’ottimismo di chi, dopo una caduta, sa rialzarsi più forte.
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