[embed_video id=32001]Il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, è arrivato alle 16.30 al Palazzo di giustizia di Caltanissetta per commemorare i magistrati canicattinesi Rosario Livatino, Antonino Saetta ed il figlio Stefano, uccisi dalla mafia. Ad accoglierlo nell’ingresso sul retro del Tribunale, il Presidente della Corte d’Appello Salvatore Cardinale, il Procuratore Sergio Lari , il presidente della Regione Rosario Crocetta, il presidente dell’ARS Giovanni Ardizzone e Rosy Bindi, presidente della Commissione Nazionale Antimafia ed il sindaco di Caltanissetta, Giovanni Ruvolo. Subito dopo a pochi passi dall’Aula Magna, il Capo dello Stato ha scoperto una parete togliendo il Tricolore che ricopriva le riflessioni come quella del fratello Piersanti Mattarella, il presidente della Regione ucciso il 6 gennaio 1980, dei magistrati Giovanni Falcone, Rocco Chinnici o politici come Pio La Torre, ma anche l’anatema che Giovanni Paolo II lanciò ai mafiosi dalla Valle dei Templi di Agrigento. ” Senza una nuova coscienza, noi, da soli, non ce la faremo mai”, è uno dei pensieri di Chinnici. Mattarella ha incontrato la vedova del magistrato Saetta, Luigia Pantano, e il figlio Roberto Saetta insieme a don Giuseppe Livatino, postulatore della causa di canonizzazione del giudice Rosario Livatino, ucciso il 21 settembre del 1990. Subito dopo è iniziata la commemorazione dei due magistrati, con l’intervento del presidente dell’Anm di Caltanissetta, Fernando Asaro che dopo aver salutato il presidente Mattarella e i familiari del giudice Saetta, ha detto: «Questa non è una passerella delle vanità, ma un momento di riflessione sull’esempio dei due magistrati uccisi dalla mafia attraverso l’esempio delle loro vite e dei loro provvedimenti. Hanno trattato i processi per quello che erano: l’accertamento dei fatti contestati all’imputato basta, senza cercare personalismi e stando lontani dai centri di potere. Li abbiamo conosciuti dopo la loro tragica fine, prima erano solo uomini, magistrati, padri, mariti e figli».
Il presidente Mattarella ha ascoltato l’intervento di Asaro con attenzione, seduto in prima fila accanto alla vedova di Antonino Saetta. Subito dopo l’intervento del Presidente della Corte di Appello di Caltanissetta, Salvatore Cardinale, del Procuratore Generale di Caltanissetta, Sergio Lari e del Segretario Generale dell’Anm, Maurizio Carbone. A conclusione della cerimonia sono intervenuti rappresentanti degli studenti degli Istituti superiori di Caltanissetta. “La visita del presidente Sergio Mattarella è un momento importante per la città e per questo distretto giudiziario. È anche un segnale alla politica nel momento in cui si parla dell’abolizione del distretto di Corte d’Appello. Questo è un distretto importantissimo, che non può essere abolito perché qui si celebrano indagini e processi di grande rilevanza, basti pensare soltanto a quelli riguardanti le stragi di Capaci e via D’Amelio». Così ha parlato il Procuratore Generale di Caltanissetta Sergio Lari, fermandosi con i cronisti e soffermandosi sulle indiscrezioni riguardanti la revisione della geografia giudiziaria, attualmente in esame da parte del governo Renzi con la Corte d’Appello nissena che rischia di essere cancellata. «La presenza del capo dello Stato a Caltanissetta, in occasione della commemorazione dei magistrati uccisi dalla mafia Antonino Saetta e Rosario Livatino, equivale a ricordare tutte le vittime di mafia», ha concluso Lari. Ad attendere fuori dal palazzo di giustizia il presidente della repubblica, tanti nisseni. Un gruppo ha realizzato anche uno striscione di saluto.
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