Il 31 dicembre 2021 sono in scadenza sia lo stato di emergenza sanitaria che l’uso esteso della certificazione verde che attesta l’avvenuta vaccinazione, un tampone negativo recente o la guarigione dal covid. I due strumenti, secondo quanto emerge da fonti governative, sono considerati “binari paralleli”, dunque non legati allo stesso destino.
Si comincia quindi a ragionare sul futuro della certificazione verde. Lo stato di emergenza, con poteri straordinari al governo in deroga alle disposizioni di legge nel rispetto dei limiti costituzionali, è stato già prorogato più volte e a meno di interventi legislativi è estendibile solo fino al 31 gennaio. Invece si ragiona sull’estensione temporale dell’obbligo di esibire il Qr code sul posto di lavoro. Le ipotesi principali sul tavolo al momento sono due: un’estensione fino a primavera dello strumento attuale, oppure l’estensione fino all’inizio dell’estate prossima (attorno a maggio 2022) con l’obiettivo poi di modularne una minore applicazione, lasciandolo obbligatorio per un numero sempre minore di categorie professionali.
Quest’ipotesi slegherebbe i provvedimenti (stato di emergenza e green pass), perché una nuova estensione dello status attuale rischierebbe di aumentare le tensioni politiche e sociali. Ad ogni modo, sia per lo stato d’emergenza che per l’uso del green pass siamo in una fase interlocutoria, ma nessuna ipotesi è esclusa al momento. Le scelte verranno fatte seguendo soprattutto l’evolversi della pandemia, con i relativi dati di contagi e ricoveri.
La sola certezza al momento dovrebbe essere la proroga dell’uso del green pass per una parte del 2022. Un modo per provare a spingere ancora con la campagna vaccinale anche nei prossimi mesi, arrivando al 90% di immunizzati, obiettivo del commissario Francesco Paolo Figliuolo. Con i ritmi delle ultime settimane questa soglia potrebbe essere raggiunta verso fine dicembre.
L’Italia non sarebbe il primo Paese ad allungare la vita del certificato verde. La Francia, il primo Paese europeo ad averlo introdotto, ha infatti approvato una legge che consente al governo di ricorrere al green pass fino al prossimo 31 luglio del 2022. Ma in Francia l’obbligo del certificato verde non è stato esteso per decreto anche nei luoghi di lavoro, e quindi la sua proroga sarebbe meno impattante che in Italia.