“Gela una volta era un’importante centro industriale ormai una città decadente che negli ultimi decenni ha perso il 20% dei suoi abitanti, la migliore forza produttiva e intellettuale e andata via, oggi l’antico comune di 2700 anni ha soltanto 71.150 abitati all’anagrafe, stimiamo entro il decennio prossimo arriverà intorno ad una popolazione non oltre i 60.000 cittadini.
Devastata dall’inquinamento, distrutta prima dalla mafia, oggi dell’antimafia, Gela è una città al collasso non solo economico ma anche e soprattutto morale e sociale. È alla deriva.
In qualsiasi altra parte del mondo i giornalisti cercano di minimizzare i fatti che danneggiano la propria città, a Gela i giornalisti si alzano la mattina per inventarsi articoli di cronaca, per appuntarsi processi nelle aule monocratiche, per manipolare notizie di politica che ormai non interessano più a nessuno.
Alcuni giornalisti addirittura provocano la gente, all’interno degli uffici, e nelle strade speranzosi di essere aggrediti, sono gli stessi che venivano sovvenzinati dalla sinistra per divulgare il falso nei decenni passati, giornalisti chiacchierati sia come persone che come professionisti. A Gela il buono è il cattivo, il giusto e sbagliato viene deciso a tavolino, tutto è all’incontrario di tutto con la complicità della malagiustizia.
I guai di Gela iniziarono dopo la caduta di Franco Gallo sindaco, con l’arrivo di Crocetta. Gela da questo momento viene annientata dalla malapolitica, malagiustizia e malainfirmazione.
In questi anni si susseguono sequestri e pignoramenti di qualsiasi attività produttiva, nessuno viene risparmiato. Sì sà, se non lavorano gli imprenditori, gli operai restano a casa, le famiglie non spendono, e le attività commerciali chiudono.
Inizia colpa della martellante azione giornalistica la cultura della falsità, diffamazione, ambiguità, tutti contro tutti, le querele e denuncie sono centinaia al giorno in nome della legalità, esposti che con il tempo, decine di anni, i gelesi capiscono che non servono a nulla, salvo fare arricchire gli avvocati.
In questo periodo l’inadeguatezza della politica si respira, nessun progetto approvato, nessun appalto, nessuna bonifica, perdita di posti di lavoro, chiusura degli uffici decentrati, perdita di fondi per porto rifugio, porto Isola, aeroporto, ferrovia, autostrada, inoltre, ospedale da terzo mondo mai attenzionato, kartodromo abbandonato, immobili difficilmente vendibili, una catastrofe nascosta sapientemente dai giornalisti locali, che continuano ancora oggi nel loro strano intento di bloccare l’economia e i professionisti (siamo in pochi) che credono nello sviluppo del territorio. La fine di una città che vive di interviste, raccomandazioni, palcoscenico e diffamazione, niente altro.
Per colpa di questa situazione Gela è isolata sia in termini infrastrutturali, sia politici e di credibilità. La rabbia repressa dei disoccupati, dei licenziati, dei separati, dei pensionati, degli ultimi si riversa sui social ogni minuto.
Ci chiediamo, può una città così bella con 27 km di sabbia finissima di altissima qualità, con reperti unici al mondo, con una posizione strategica nel mediterraneo, morire per colpa di molti giornalisti locali, della scarsità dei nostri rappresentanti che tutto sono tranne che politici, e per colpa della malagiustizia…
Una città che vive di vittimismo, falsità e diffamazione è una città senza futuro”
Dott. Francesco Agati