Nella mattinata odierna, in Gela, presso la Chiesa S. Giovanni Evangelista di Macchitella, celebrata
da Don Rosario Sciacca, ha avuto luogo la commemorazione religiosa del 20° anniversario della
barbara uccisione del Maresciallo Sebastiano D’IMMÈ, medaglia d’Oro al Valor Militare “alla
memoria”. Alla commemorazione hanno partecipato, oltre ai familiari del Maresciallo D’Immè, il Comandante Interregionale dei Carabinieri “Culqualber”, Gen. C.A. Silvio Ghiselli, il Vicario del Prefetto di Caltanissetta, dott. Baldassare Ingoglia, il Sindaco di Gela Ing. Domenico Messinese, il Procuratore
della Repubblica di Gela, dott. Fernando Asaro, il Questore di Caltanissetta, dott. Bruno Megale, il
Comandante Provinciale dell’Arma, Col. Gerardo Petitto, i Carabinieri dei cinque comandi stazione
di Riesi, Mazzarino, Butera, Niscemi e Gela, dipendenti dal Reparto Territoriale, il Presidente
dell’Ass. Antiracket di Niscemi, una rappresentanza del Cobar dei Carabinieri, alcuni rappresentanti
dell’Associazione Nazionale Carabinieri- Sezione di Gela (intitolata proprio al Sottufficiale Caduto)
nonché i rappresentanti dell’amministrazione locale e di tutte le Forze di Polizia locali. La
cerimonia religiosa, particolarmente sentita sia dai militari che dai civili presenti, è stata seguita
dalla solenne deposizione di una corona d’alloro presso il cimitero monumentale di Capo Soprano,
ove si è proceduto anche alla resa degli onori militari ai Caduti. Il sacrificio del giovane sottufficiale di origini gelesi è stato suggellato alla storia con il conferimento del massimo tributo al valore concesso ai militari periti nell’adempimento del dovere. Il 18 maggio 1998 il Presidente della Repubblica, con decreto n. 1994, ha insignito il MarescialloIMMÈ della Medaglia d’Oro al Valor Militare “alla memoria” con la seguente motivazione: “Addetto a Nucleo Operativo di Comando Provinciale, nel corso di predisposto servizio antirapina svolto unitamente a parigrado, intercettava due pericolosi pregiudicati a bordo di un’autovettura di provenienza furtiva. Percependo che gli stessi, avvedutisi di essere stati individuati, potessero sottrarsi al successivo controllo già predisposto con il concorso di personale di rinforzo, non esitava ad affrontare i malviventi, venendo però fatto segno a violenta azione di fuoco. Benché colpito in più parti del corpo, con eccezionale coraggio e non comune determinazione, replicava con l’arma in dotazione finché si accasciava esanime al suolo. Fulgido esempio di elette virtù militari e di altissimo senso del dovere, spinto fino all’estremo sacrificio”. Locate Varesino (CO), 6 luglio 1996.
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