Francesco Agati: “Non credo che il porto rifugio di Gela abbia le caratteristiche per attrarre gli investimenti preannunciati mancano:
I fondali
Gli spazi a terra che devono essere il 75% dello specchio d’acqua, gli spazi per parcheggi {un posto auto ogni tre imbarcazioni}, la aree per capannoni, le zone commerciali e di ristoro, e molto altro ancora;
Inoltre non esiste il fattore principale la viabilità.
Chiedo di focalizzare l’attenzione sull’unica infrastrutture presente e ormai quasi abbandonata, infatti ad eni interessa solo la diga foranea, tutto comprovato dagli investimenti disattesi di manutenzione sul pontile di 40 milioni di euro.
Il porto isola, e’ perfetto da subito per gli attracchi di catamarani e traghetti basterebbe realizzare una piattaforma galleggiante (gli possono transitare anche mezzi pesanti), e delle passerelle con una pendenza non superiore a 32°. Spesa prevista 1,2 milioni di euro, inoltre abbiamo viabilità, Gela-Catania, Gela-Siracusa, Gela-Ragusa e ferrovia già presente e funzionante.
L’entrata che ho previsto è l’ingresso secondario praticamente subito dopo il lungomare.
Lunghezza pontile 3250 metri,
Fondali a 400 metri all’imbocco 430 metri di profondità perfetto per aliscafi, catamarani, a testa di ponte 10,60 metri ideale per i traghetti.
Nessun controversia con la raffineria, loro utilizzerebbero la diga 1200 metri ad una distanza di 209 metri dal pontile, per cui in massima autonomia e sicurezza.
La delibera lo permette (in allegato). La logica e i benefici pure.
Pensare di utilizzare il porto rifugio ci sta facendo perdere solo tempo.”