Gela (Città del Golfo). “Progetto per trasformare l’ex settecentesca San Rocco, la chiesa “dimenticata” in Museo per ospitare una delle sette navi affondate davanti (il porto greco di C.da Bulala”
Dopo il bel murales dell’artista Collodoro finanziato privatamente, ancora una volta non possiamo che intervenire sul tema ex Chiesa San Rocco.
Proponiamo
Rinnoviamo un nostro progetto, riqualifichiamo l’ex chiesa San Rocco e trasformiamola in museo, l’area in centro storico di Gela è perfetta per l’ubicazione di una delle sette antiche navi affondate nei pressi del porto greco di c.da Bulala, con annesso museo archeologico, succursale di quello regionale. Considerando: Posizione, i costi ridotti, benefici per il centro storico, visibilità, i commercianti di corso Vittorio Emanuele avrebbero grandi opportunità.
Storia
La chiesetta di San Rocco. Essa fu edificata nei primi decenni del 1700, ad opera della Fratellanza di San Filippo Neri, in uno stile semplice e lineare.La facciata possedeva diverse modanature, un piccolo ingresso servito da cinque gradini, e due finestre di cui una bifora e con arco a sesto acuto. Sulla sommità dell’edificio si trovava una torretta con un orologio (il nostro Comune ne aveva in concessione l’uso perpetuo), provvisto di tre quadranti e due piccole campane; questo impianto e quello del convitto Pignatelli erano fino agli anni quaranta gli unici orologi pubblici di Gela.Nel 1789 ottenne il diritto di patronato a titolo di erezione; come finì poi nel novero delle proprietà del Barone Vella non ci è dato sapere.Dal settembre del 1945 al maggio del 1950, l’edificio, già da diversi anni sconsacrato ed in parte pericolante, fu affittato al Comune e utilizzato come magazzino di deposito. L’ultimo orologio impiantato nella torretta della chiesa di San Rocco fu fornito nel 1923 dalla Officina Meccanica Poli & Bellotti di Milano.Quarant’anni fa la chiesa, resasi pericolante per la vetustà, fu in un primo tempo privata della torretta e dell’orologio e poi demolita quasi completamente perchè fatiscente. Di essa sono rimasti i muri perimetrali e le nicchie degli altari, oltre ad una statua raffigurante San Rocco, recuperata qualche lustro fa da Mons. Grazio Alabiso.La parte prospiciente al corso fu chiusa, come già riferito, da un alto muro di tufo, un obbrobrio, che fino ad oggi non si è pensato nemmeno di intonacare.È un peccato oggi lasciare in pieno centro storico questo spazio inutilizzato che potrebbe, se opportunamente sfruttato sfruttato anche come museo in pieno centro storico.
L’idea
La settecentesca ex chiesa con poche ed opportune modifiche possiede tutte le caratteristiche per ospitare relitti, e un museo greco in pieno centro storico e offrirlo alla pubblica fruizione, potrbbero essere centinaia i visitatori al giorno.
Dopo il successo della “Nave Arcaica”, portata alla luce nel 2009 nel mare di Bulala, restaurata ad opera del laboratorio M R. Archeological Service di Portsmout in Gran Bretagna,rappresenta un unicum nel panorama internazionale dell’architettura navale antica in quanto in ottimo stato di conservazione e contribuisce ad ampliare le conoscenze sulla tecnica di costruzione a scafo portante con gli elementi lignei assemblati con la tecnica della “cucitura” e, grazie a un ricco corredo di bordo che è stato recuperato, fornisce una lettura della vita dei naviganti. La provvisoria ubicazione fino ad oggi è stata attrattiva per circa 50.000 turisti, studiosi e appassionati.
Tutti elementi per attrarre studiosi, archeologi, e studenti da tutto il mondo. Che grazie all’ubicazione centrale potrebbero visitare il Centro Storico di Gela con le sue bellezze e i suoi negozi di alta moda. Bisogna riqualificare gli immobili del centro storico è renderli attrattiva.
Il costo per trasformare l’ex chiesa San Rocco in Museum for Gela si aggira non oltre i tre milioni di euro, il nostro studio sta già elaborando un progetto che prevede il ripristino del campanile con i tre orologi di duecento centimetri di diametro, la copertura da idea verrebbe realizzata in travi in legno e acciaio portanti, appoggiati verticalmente a travi in calcestruzzo e plinti, per preservare l’antico relitto mantenendo il giusto tasso di umidità saranno previste delle grandi vetrate che sfrutteranno al massimo la luce naturale, la cubatura è perfetta per realizzare un soppalco removibile che andrebbe a contenere i moltissimi reperti sparsi per il mondo o accatastati nei magazzini della soprintendenza .
Le parti attrici
Chiesa: Curia di Piazza Armerina
Eredi del Barone Vella
Comune di Gela
Idea Progetto: Dott. Francesco Agati Intermediario e Tecnico-legale.