Francesco Agati: Una Gela pulita, con un servizio idrico adeguato e potenziato con pozzi artesiani per civile utilizzo (ville, appartamenti con giardino, condominio con verde) e fontane pubbliche.
Idonee soluzioni in termini di mobilità con la circonvallazione già finanziata.
Una ferrovia elettrificata e funzionale anche in prospettiva della realizzazioni del ponte dello stretto.
Un’autostrada per Catania e Trapani già in programma.
Tre porti uno commerciale nei pressi dell’ex raffineria Eni, uno migliorato già presente per pescatori, e uno diportistico a valle di Montelungo Progetto Gelone.
Una sanità normale.
Un’Avio superficie nell’ex aeroporto militare di Ponte Olivo.
La realizzazione di un parco fotovoltaico nella Piana di Gela.
L’ubicazione di sedi di università distaccate.
Se troviamo difficile che tutte queste infrastrutture possono essere realizzate nel breve periodo, temiamo che con questa cultura della devastazione giornalistica; il sistema Gela; il bizzarro modo di fare politica del gelese; e della strutturare e genetica mentalità del cittadino medio-basso della Città del Golfo alla falsità, diffamazione e calunnia, difficilmente si ci potrà riuscire. Ma almeno noi ci proviamo.
Evidenziamo che Gela ha tutte le carte in regola per un turismo balneare suscettibile di sfruttare al massimo una vocazione indiscutibile rappresentata da una culla climatica nella quale si distendono 27 chilometri di spiaggia dorata e finissima di altissima qualità ed un mare tornato limpido, da sempre poco profondo.
A ciò, potrebbe intrecciarsi un turismo culturale basato sul ricchissimo e pertanto strepitoso patrimonio storico archeologico, che francamente poche città possono vantare nel mondo. Dove ancora c’è molto da scoprire, il porto greco di Bulala per esempio con le sue sette navi sepolte, ancora oggi nel fondale del Golfo di Gela.
Il turismo può certamente rappresentare un capitolo importante in termini di rilancio economico, dopo l’era dell’industria pesante per tutto il Libero Consorzio di Caltanissetta.
La raffineria che tutti noi conosciamo tra indotto e diretto occupa 500 persone circa, non sviluppa nulla, non attrae niente, senza voler evidenziare i danni da idrocarburi e materia radioattivo sepolto nel territorio;
la nave greca in tre mesi è riuscita a portare 45.000 persone di cultura.
Non pensate che bisognerebbe cambiare qualcosa in questa città?..
Secondo voi, sarebbe possibile fondere una logica industriale “pulita” al patrimonio storico, archeologico e paesaggistico di questo lembo di terra dimenticata da Dio e dagli uomini.