Francesco Agati: “Nell’indifferenza della politica gelese, in una città ormai sotto i 69.000 abitanti il 60% delle attività commerciali in centro storico ha dovuto chiudere i battenti, i locali commerciali chiusi sono di gran lunga superiori di quelli aperti.
A Gela non esiste un Osservatorio sulla demografia d’impresa della Confcommercio o Camera di commercio di Caltanissetta. Come operatore del settore immobiliare posso dichiarare che la situazione è gravissima, irreversibile.
Le cause di questa “disfatta commerciale” potrebbero essere, crisi post Covid, aumento dei costi energetici, cattiva comunicazione verso l’esterno da parte degli organi competenti, scarsa preparazione di alcuni commercianti nel trattare con i grossisti, un tempo a Gela i grossisti di Catania, Palermo vendevano a prezzi triplicati nella Città del Golfo, e in tempi di acquisti su internet, o centri commerciali ha inciso notevolmente.
Ma altrettanto potrebbe aver influito l’assenza di una seria programmazione per lo sviluppo commerciale del centro storico, l’inesistenza di interventi sulla mobilità, la mancanza di decoro, l’inesistenza di politiche di incentivo fiscale per investimenti.
La piazza di Gela è forse, la piazza più brutta della Sicilia, pavimento scomposto, buche, sporcizia, mancanza di verde.
La politica attaccata alla poltrona improvvisa comunicati che non portano a nulla; la città di Gela, una città che ha sorretto la sua esistenza sulla falsità, la diffamazione e l’ambiguità è morta e non ha speranza di sviluppo almeno per una generazione.”