Il Segretario Generale della Fsi-Usae, Adamo Bonazzi, in data odierna dopo aver appreso a mezzo stampa del fatto che la dirigente novarese del sindacato avesse sfilato in una sorta di pigiama e con il filo spinato ricordando e mistificando la tragedia del Campo di concentramento di Auschwitz nella manifestazione “No Green Pass” di Novara, dopo aver approfondito e verificato che la medesima notizia stampa risultasse veritiera e che l’interessata fosse effettivamente la principale promotrice della manifestazione, ha proceduto a sospendere dalla qualità di associata Giuseppa Maria Pace (detta Giusy Pace) alla quale sono state anche revocate tutte le cariche del sindacato.
“Come FSI-USAE diciamo subito che prendiamo le distanze da questi comportamenti che non possono essere in alcun modo giustificati indipendentemente dalle ragioni che vi stanno alla base, dichiara Adamo Bonazzi, Segretario Generale Fsi-Usae che continua “La federazione si è espressa con chiarezza sulla questione vaccinale ribadendo la propria linea a governo e parlamento con atti ufficiali; a nessuno dei dirigenti che la rappresenta Fsi-Usae può consentire, ne ora ne mai, di gettare nel cestino la linea politico-sindacale della federazione e agire a titolo personale nel mentre si fregia degli incarichi del sindacato”.
Giusy Pace, infermiera dell’ospedale Maggiore di Novara, Presidente dell’associazione «Istanza Diritti Umani» e organizzatrice della manifestazione di sabato pomeriggio a Novara, spiega: “
L’utilizzo della pettorina serviva per dimostrare che la nostra è una minoranza. Non c’erano altri simboli dietro quell’abbigliamento. Ma noi non siamo gli ebrei, siamo solo una nuova minoranza creata dal Governo per privarci della nostra libertà. Una divisa che indossano anche i carcerati. Ma il fatto che le indossassimo non voleva essere una critica contro gli ebrei. La strumentalizzazione che è stata fatta è imbarazzante. Non siamo stati ascoltati. Noi stiamo manifestando contro il Green pass ma per interpretarlo correttamente bisogna pescare dalla nostra memoria, dal nostro passato. Solo così si può capire che cosa è accaduto e cosa sta accadendo. Noi ci siamo trovati a essere additati come una minoranza. Quelli che non dovrebbero ricevere le cure o che dovrebbero perdere il lavoro. Invece il filo spinato, visto in corteo, rappresenta un recinto di protezione. La divisione tra chi ha il Green pass e chi non lo ha».