Gela, Ingegnere Francesco Agati:
La Procura di Caltanissetta: “Gli indagati avrebbero fatto parte del cosiddetto “Sistema Montante””. Contesta presunti finanziamenti illeciti che sarebbero stati erogati per sostenere la campagna elettorale dell’ex governatore Crocetta. Gli indagati sono accusati, a vario titolo, di associazione a delinquere, corruzione, abuso d’ufficio e finanziamento illecito ai partiti.
L’Ex Presidente Crocetta non è nuovo a tali fatti molti pentiti di Gela avevano dichiarato che lo stesso ex sindaco della legalità era un loro fedelissimo, e dopo il finto pentimento non aveva mai interrotto i suoi propositi di personaggo della illegalità, si scopre in questi giorni che Crocetta aveva solo alzato l’asticella riuscendo sempre secondo la Procura di Caltanissetta a ricevere finanziamenti dagli imprenditori per favorirli successivamente negli appalti.
Dove passa Crocetta non cresce neppure l’erba. Crocetta grazie alla Procura di Gela, ad alcuni giornalisti, e molti esponenti all’interno delle Forze dell’Ordine ha governato pur non avendo competenza e preparazione. Per colpa di tale politico oggi Gela è una città distrutta, umiliata in deflazione e involuzione economica, non contenti dei danni fatti a Gela gli stessi soliti individui lautamente sovvenzionati riescono a farlo eleggere Presidente della Regione Sicilia, una vergogna dietro l’altra in tutte le tv nazionali, la Regione Siciliana non aveva mai avuto nella sua storia un presidente così inaffidabile, impreparato e dedito alla illegalità. In quei anni la Sicilia collassa economicamente.
Si parla ancora ora degli atti immorali compiuti da Crocetta all’interno del Comune di Gela davanti alla scorta, quanto ne avranno viste e sentite quei ragazzi della scorta. Atti immorali che farebbero vomitare una capra compiuti all’interno di un edificio istituzionale, a Gela ancora ora non si capisce l’alto tenore di alcuni poliziotti in quei tempi che cambiavano macchine di grossa cilindrata e acquistavano ville, alcuni divenuti deputati regionali con diciotto voti, altri che hanno avuto carriere sproporzionate alla loro intelligenza. Dopo Crocetta pure i giornalisti falliscono e altri vicini allo stesso aprono prima giornali e poi televisioni. A Gela tutto è all’incontrario di tutto una città falsa senza futuro annientata dalla finta legalità.
Il Gup del Tribunale di Caltanissetta Emanuela Carrabotta ha rinviato a giudizio 13 imputati tra esponenti politici, rappresentanti delle forze dell’ordine e imprenditori coinvolti nell’ambito della cosiddetta inchiesta “Montante bis”.
Il processo prenderà il via il 2 maggio alle 10.30 nell’aula bunker del carcere di Caltanissetta davanti al tribunale collegiale. Tra gli indagati oltre all’ex paladino dell’antimafia Antonello Montante, anche l’ex presidente della Regione Rosario Crocetta (Sindaco della legalità), gli ex assessori Linda Vancheri e Mariella Lo Bello, l’ex commissario Irsap, Maria Grazia Brandara, gli imprenditori Giuseppe Catanzaro, Rosario Amarù e Carmelo Turco, Vincenzo Savastano vice questore aggiunto all’epoca dei fatti della Polizia presso l’ufficio di frontiera di Fiumicino, Gaetano Scillia capo-centro Dia di Caltanissetta dal 2010 al 2014, Arturo De Felice direttore della Dia dal 2012 al 2014, Giuseppe D’Agata colonnello dei carabinieri e Diego Di Simone Perricone ex capo della security di Confindustria.
Secondo la Procura di Caltanissetta, gli indagati avrebbero fatto parte del cosiddetto “Sistema Montante”. La procura di Caltanissetta contesta presunti finanziamenti illeciti che sarebbero stati erogati per sostenere la campagna elettorale dell’ex governatore Crocetta. Gli indagati sono accusati, a vario titolo, di associazione a delinquere, corruzione, abuso d’ufficio e finanziamento illecito ai partiti. Il Gup del Tribunale di Caltanissetta Emanuela Carrabotta ha rinviato a giudizio 13 imputati tra esponenti politici, rappresentanti delle forze dell’ordine e imprenditori coinvolti nell’ambito della cosiddetta inchiesta “Montante bis”.
Crocetta ha fatto perdere al cittadino ogni forma di credibilità verso le istituzioni. Istituzioni che invece di arrestarlo lo hanno protetto, illudendo il credo popolare verso lo Stato, la legalità e le istituzioni stesse, quante attività chiuse, quanti imprenditori rovinati da Crocetta, dalla sua politica, e da chi lo ha protetto a Gela come a Palermo.
Gela e la Sicilia sono state distrutte prima dalla mafia ora dall’antimafia-politica che non fa altro che affari sporchi e politica illegale.