Gela, ingegnere Francesco Agati:
Durante i conflitti mondiali la Sicilia ha subito un numero sproporzionato di morti in battaglia, ragazzi strappati alle famiglie per lo più operai, e contadini, obbligati a combattere al fronte e morire. È successo nella I guerra mondiale, e successo nella II guerra mondiale, i cimiteri siciliani ne sono testimoni.
L’Esercito Italiano, oggi, è formato per il 30% di siciliani, chi si arruola nell’esercito, lo fa per mancanza di lavoro non certo per diventare un martire o un eroe.
I siciliani devono dire no alla guerra e al coinvolgimento dell’Italia nel conflitto tra Ucraina(Usa) e Russia. La Sicilia rischia seriamente di essere attaccata per prima per una guerra che non interessa a nessun siciliano.
Bisogna restare neutrali e preservare la vita dei nostri bambini, e delle nostre donne, valutiamo, cos’è giusto, e cos’è sbagliato senza farci influenzare dalle notizie che inquinano la mente, il cuore e l’anima.
Sono nell’opinione che negoziare attorno a un tavolo è meglio che combattere tra le strade. Impariamo ad ascoltare le parti e non solo una parte, bisogna trovare un punto di incontro, senza bombe, senza distruzione e senza morti.
La Sicilia si faccia sentire a Roma e l’Italia non cada nel tranello, in guerra nessuno vince ma tutti perdono qualcosa. Non sarà facile per l’occidente sottrarre materie prime alla Russia che ha una forte identità nazionale.
Che Mario Draghi e il suo governo mandino a combattere i figli.