Francesco Agati: ”Senza alcuna prospettiva molti giovani, che si sono formati nel nostro territorio, hanno deciso di emigrare. Le famiglie gelesi hanno investito risorse, avrebbero dovuto rappresentare il nostro futuro. Un futuro fatto di sviluppo e nuove nicchie economiche di mercato, il turismo, le ZES, le infrastrutture restano sulla carta, i rappresentanti politici li rendano esecutivi. I giovani vanno via.
Se la tendenza dovesse continuare con questo ritmo nell’arco dei prossimi dieci anni Gela scenderà sotto la soglia dei 65.000 abitanti, con rovinosi risvolti economici conseguenti alla diminuzione delle risorse provenienti da Roma, Palermo e Bruxelles. Gli immobili non avrebbero più valore in molte zone della città.
Anche l’analisi della struttura per età offre un quadro negativo, di tipo regressivo, con il numero degli ultra 70enni che ha superato ormai abbondantemente quello degli under dei 40enni.
Gela vive in un contesto del tutto carente di servizi incapace di garantire condizioni di vita che possano definirsi anche lontanamente soddisfacenti e civili; dalle ultime rilevazioni sulla qualità della vita Gela è più una città africana che europea. Questo scenario di profonda crisi ha messo in ginocchio una città. Una situazione a dir-poco drammatica.
Il declino potrebbe raggiungere un livello di ‘non ritorno’, oltre il quale potrebbero essere necessarie numerose generazioni per risalire la china, non è detto che ci si riesca.
Tra i tanti aspetti in cui tale cambiamento appare particolarmente necessario ed impellente, abbiamo certamente quello della rivoluzione della comunicazione.
Il gelese comunica solo aspetti negativi di vita quotidiana, la colpa è sicuramente di chi nei decenni passati ha divulgato solo aspetti negativi della collettività.
Cambiare il nostro approccio alla comunicazione, richiederebbe innanzitutto un cambiamento culturale di scrittori, giornalisti e politici.
A Gela tutto viene fatto passare per nebuloso, in psicologia commerciale è cosa saputa il terrorismo mediatico fa presa su menti con una bassa cultura, lo sanno i politici che hanno costruito intere carriere e lo sanno alcuni giornalisti. Dei danni fatti alla città per la cattivissima comunicazione, e soprattutto agli imprenditori, ai professionisti, non importa a nessuno, nessuno si sente reo.
Servono idee e progetti chiari. I tre deputati faranno gli interessi di Gela battendosi per le infrastrutture, il turismo, l’intermodalità, la sanità che è inesistente, o faranno passare altri cinque anni di nulla per Gela riempiendosi solo le tasche di euro.
Prevedo che solo il 55% degli aventi diritto andrà a votare il 25 settembre a Gela e solo un candidato gelese rappresenterà la Città del Golfo a Palermo, non si può chiedere di più ai gelesi in deflazione, regresso, involuzione demografica dove sono più i pensionati residenti che i giovani che hanno perso pure la speranza.
Troveranno gli elettori il politico che risolverà i problemi della sanità, che svilupperà il settore turistico con i reperti unici al mondo, che realizzerà un museo delle navi affondate in C.da Bulala, che farà conoscere al mondo la soffice sabbia durata di Gela, che si batterà per le infrastrutture”