“Basta mi dimetto, non posso più andare avanti. Temo per me ma soprattutto per i dipendenti di Riscossione Sicilia che rischiano il posto perché i deputati e alcuni poteri forti pur di far fuori me vogliono chiudere la società e farla fallire”.
Con queste parole il presidente di Riscossione Sicilia Antonio Fiumefreddo ha comunicato al governatore Rosario Crocetta la scelta di lasciare la società . A breve invierà la lettera formale a Palazzo d’Orleans. E’ l’epilogo di mesi di scontri, denunce e accuse tra l’avvocato etneo e l’Ars. Ultimo episodio quelli di giovedì scorso in commissione dove Fiumefreddo, dopo aver parlato provocatoriamente di “infiltrazioni mafiose all’Ars”, è stato allontanato dalla commissione.
Fiumefreddo lascia una società che non riesce a stare in piedi da sola: da anni è in perdita e a nulla sono servite le ricapitalizzazione costate oltre 50 milioni di euro.
Nelle scorse settimane l’assessore Alessandro Baccei, aveva scritto una nota
riservata a Crocetta chiedendo di revocare Fiumefreddo per mancata comunicazione di bilancio e piano industriale: “Non è vero , ho comunicato tutto con tanto di ricevuta di risposta dalla Regione – dice Fiumefreddo – comunque lascio io. Non posso continuare in questo clima, ringrazio Crocetta perché mi ha sempre difeso, ma la politica e i poteri non hanno gradito la mia azione di lotta all’evasione e recupero dei crediti . Lascio a testa alta”.