Indagini serrate sull’omicidio dell’ex presidente del consiglio comunale di Favara, Salvatore Lupo, 45 anni, ucciso nel pomeriggio di ieri, giorno di Ferragosto, con tre colpi di pistola all’interno dell’American Snack bar in via IV Novembre. Il killer solitario è un professionista, perché è riuscito a centrare, con 3 colpi di pistola in testa, la sua vittima. Ha agito intorno alle 18 davanti alla porta del bagno del bar, dal quale Lupo era appena uscito. Alla scena avrebbe assistito il barista, sotto shock, principale testimone dell’accaduto. Favara s’è trincerata nel silenzio più assoluto. “Nenti vitti”, “Nenti sacciu”: sono state le frasi che, a ripetizione, i militari dell’Arma e i pm si sono sentiti ripetere.
Non soltanto audizioni a raffica, ma anche esami dello stub. I carabinieri della tenenza di Favara e quelli del comando compagnia di Agrigento, fino a notte fonda non hanno lasciato nulla al caso. Sono stati fatti più tamponi adesivi per raccogliere eventuali tracce di esplosivo presenti sulle mani di chi poteva aver utilizzato, da pochissimo, l’arma da fuoco che ha ammazzato Salvatore Lupo. L’inchiesta adesso appare un po’ più complicata rispetto alle battute iniziali, nessuno ha visto niente, nessuno ha saputo fornire indicazioni utili alle investigazioni dei carabinieri; non è stato scovato nessun impianto di video sorveglianza utilizzabile (l’unica telecamera vicina non era affatto puntata sull’ingresso del bar) e gli effettuati esami dello Stub hanno dato esito negativo. Una notte di interrogatori, perquisizioni ed accertamenti. L’ex politico, aveva avviato una carriera imprenditoriale nel mondo dell’assistenza e delle Rsa. I carabinieri della Tenenza di Favara, coordinati dal procuratore capo Luigi Patronaggio e dai sostituti Paola Vetro e Barbara Cifalinò, hanno effettuato i rilievi sulla scena del delitto, posto sotto sequestro salma e macchina della vittima. In serata sono state effettuate perquisizioni domiciliari su alcuni sospettati. Gli inquirenti battono anche la pista del movente economico-familiare. Lupo era stato coinvolto nell’operazione “Catene Spezzate”, una vicenda che ipotizzava maltrattamenti all’interno di alcune case di riposo per disabili psichici. Lo scorso maggio il gup del Tribunale di Agrigento, Francesco Provenzano, ne aveva disposto il rinvio a giudizio.
L’omicidio potrebbe anche non essere legato a matrici di criminalità organizzata. Vero è che il settore professionale entro quale orbitava Lupo era quello delle residenze per anziani e responsabile di alcune strutture per disabili, quindi ambito economico che ha suscitato e suscita le attenzioni non proprio benevole della criminalità organizzata, ma sembra essere anche vero che recentemente la vittima abbia avuto seri problemi con soci (talvolta anche coincidenti con familiari) di alcune strutture destinate alla cura ed assistenza agli anziani. La separazione recente dalla moglie e la conseguenziale divisione di quote e partecipazioni avevano creato più di un dissidio sfociato anche in manifestazioni di intolleranza ben note ai cittadini favaresi.