Milano, 21 gennaio 2014 – Con lettera, inviata al Commissario straordinario, al Direttore sanitario e al Direttore amministrativo dell’Azienda Sanitaria Provinciale (ASP) di Caltanisetta, FAND-Associazione Italiana Diabetici, l’organizzazione di tutela dei diritti delle persone con diabete che rappresenta oltre 100 associazioni territoriali distribuite sull’intero territorio nazionale, ha formalmente chiesto che il provvedimento della ASP nissena del 4 dicembre scorso, recante direttive per la prescrizione dei farmaci antidiabetici per il mese di dicembre 2013, non venga più riproposto. “Il provvedimento emesso è alquanto singolare ed illegittimo poiché limita il diritto di salute e assistenza dei malati di diabete, creando un nuovo tipo di distribuzione diretta del farmaco per pazienti già in terapia”, denuncia FAND. La denuncia si riferisce alla direttiva con la quale, per tutto il mese di dicembre, la ASP ha invitato i medici di medicina generale del proprio bacino affinché, “in relazione alla recente programmazione aziendale finalizzata all’appropriatezza prescrittiva della spesa farmaceutica convenzionata”, seguissero “il piano operativo che prevede l’implementazione dell’erogazione del primo ciclo terapeutico da parte dello specialista diabetologo”, al quale ogni medico avrebbe dovuto inviare i propri pazienti per la verifica della prescrizione. Posto che questa disposizione può essere annoverata a pieno titolo tra le perle frutto del genio italico – ha commentato amaramente Egidio Archero, Presidente FAND – la nostra paura è che si sia trattato di un ‘test’ per inventare una terza via alla distribuzione diretta del farmaco per pazienti già in terapia.” Ancora una volta si è giocato sulla salute dei malati. Infatti, chi già in terapia con necessità di prescrizione di farmaci non avrebbe potuto rivolgersi nel breve volgere di un mese alle strutture diabetologiche già impegnate dalle prenotazioni di visite, rischiando di rimanere senza farmaci fino a quando non richiamato dalla struttura ospedaliera. “Al momento non ci è dato sapere se si siano verificati casi di questo genere, certamente gravi e lesivi per i malati. Il provvedimento ha sin qui riguardato il solo mese di dicembre del 2013, ci auguriamo non venga più reiterato. In caso contrario ci vedremo costretti ad adire l’autorità giudiziaria per difendere i nostri diritti.”
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