Tornei con montepremi milionari, giocatori professionisti come rockstar, milioni di fan sparsi in tutto il mondo: gli eSport sono uno dei fenomeni più interessanti degli ultimi anni.
A guardare ai numeri, ci troviamo di fronte a eventi in grado di competere con gli sport più popolari, come calcio, tennis e F1: secondo i dati dell’azienda specializzata Newzoo, entro il 2024 il pubblico degli eSport salirà fino a 577 milioni in tutto il mondo. Numeri da capogiro che danno perfettamente l’idea di cosa significhi eSport oggi. Lo stesso vale per l’Italia, dove oltre un milione e mezzo di persone seguono almeno un evento di settore a settimana: non è un caso, visto nel nostro paese l’intrattenimento online ha una storia di successo alle spalle.
Le tappe che hanno portato al successo odierno sono tante. I videogiochi hanno una storia lunga alle spalle: senza risalire ai primissimi esperimenti, come Tic-Tac-Toe, possiamo trovare i prodromi delle competizioni sportive di gaming nello Space InvadersTournament, che attirò oltre 10mila giocatori, un evento di grande portata per uno dei videogiochi più famosi di tutti i tempi.
Nel 1990, uno delle aziende più importanti del settore, la Nintendo, organizzava la Nintendo World Championship, un tour di tornei ai migliori giochi della casa giapponese che toccò diverse città americane fino alla finale in California. A questo, seguì un altro grosso evento, il Nintendo Powerfest 1994, che mise uno contro l’altro ben 132 finalisti nella città di San Diego. Il primo premio fu vinto da Mike Larossi, che sconfisse Brandon Veach in una sfida a Donkey Kong Country, uno dei capolavori videoludici degli anni ‘90.
E se negli anni successivi, grazie al lan, si organizzarono tornei di Doom e Quake, dando un’ulteriore spinta alla nascita delle competizioni di videogiochi, fu con Counter Strike che venne creato il primo prototipo di videogame perfetto per i tornei: una mappa, due parti una contro l’altro e un round di 5 minuti le chiavi del successo di questo gioco.
Di lì alla creazione degli Electronic Sports World il passo fu breve, ma determinante: i videogiochi, da passatempo, divennero uno sport, uno spettacolo di cui fruire esattamente come un campionato di calcio o di basket.
Diversi sono i fattori che hanno portato al successo degli eSport.
In primo luogo, il diffondersi della connessione a banda larga o ultralarga: poter giocare online a videogiochi tecnicamente evoluti online senza rallentamenti è stato fondamentale per la creazione di tornei sempre più grandi e strutturati.
La crescita del gaming, e di conseguenza degli eSport, è dovuta anche all’ampliarsi dei dispositivi su cui giocare: se fino a qualche anno fa le possibilità erano ridotte a pc e console, oggi possiamo giocare anche con smartphone e tablet con titoli nati espressamente per questi dispositivi (pensiamo ad Angry Birds, per esempio), adattamenti di titoli per console (vedi FIFA) e persino ai casinò online su piattaforme come PokerStars Casino che offre una molteplicità di opzioni ludiche, tra cui slot ispirate a temi storici (Ryse of Olympus) e cinematografici (Jumanji).
Questi due fattori, insieme all’evoluzione del gaming non solo in termini tecnici, ma anche di meccaniche di gioco, sono le ragioni dell’esplosione degli eSport.

Le motivazioni dietro tanto successo sono diverse. Intanto, la spettacolarità dei giochi el’estrema competitività di alcuni titoli rendono anche il solo guardare una sfida un momento emozionante quanto giocare oppure assistere a un match del proprio sport preferito.
Inoltre, a giocare un ruolo determinante è la possibilità, potenzialmente estesa a tutti, di diventare un pro. Certo, ci vuole talento, impegno e capacità, oltre a una buona preparazione fisica (non si direbbe, ma è così), tuttavia la strada per trasformarsi in un giocatore professionista è potenzialmente più larga di quella per diventare un calciatore o un tennista professionista.
I pro-gamersono figure del tutto assimilabili ad atleti professionisti, tanto da essere considerati i nuovi campioni. Gli appassionati conoscono bene i nomi dei team e dei gamerpiù famosi, li seguono sui social e non si perdono una gara su YouTube e Twitch. Anche i guadagni sono simili a quelli degli sportivi professionisti: nel 2019 i giocatori professionisti hanno guadagnato oltre un miliardo di dollari.
Insomma, i videogiochi da un lato restano un semplice passatempo per tante persone (anche categorie sociologiche un tempo lontane dal settore), dall’altro diventano uno spettacolo e un lavoro. E i tanti appassionati che assistono ai mega eventi di eSport sono lì a dimostrare il successo del settore, che non finirà certo di crescere negli anni a venire.